Attualità | Rassegna

Di cosa si è parlato questa settimana

Trump con il cerotto all'orecchio, Biden in isolamento per Covid, Microsoft che crasha in tutto il mondo e le altre notizie degli ultimi giorni.

di Studio

Stati Uniti – Il vecchio e il male
Vi ricordate quando il candidato repubblicano alla presidenza Usa è stato quasi ucciso? Succedeva una settimana fa. Cose che sono successe nel frattempo: “Many Men (Wish Death)” è tornata in cima alle classifiche in quanto colonna sonora dell’attentato; il video dei bambini ugandesi che reinscenano l’attentato è diventato virale, come anche una versione anime degli eventi spuntata sull’internet cinese; Trump ha scelto come vice J.D. Vance ed Elegia americana, libro e film, è tornato in classifica; è iniziata la convention nazionale dei Repubblicani a Milwaukee, dove un sacco di Maga supporter portavano il cerotto all’orecchio come nuovo simbolo di fede trumpiama e Hulk Hogan ha espresso la sua preferenza per The Donald con il rituale sbrindellamento della maglietta; Biden ha preso il Covid e si è messo in autoisolamento in Delaware; sempre più finanziatori e politici democratici insistono affinché si ritiri, il coro si è fatto tanto forte che c’è chi dice che il passo indietro potrebbe arrivare addirittura in questo fine settimana. Alle elezioni mancano ancora tre mesi abbondanti.

Social – A History of Violince
Quella di Marco Violi è una storia che si ripete la prima volta come farsa e la seconda come farsa. Da anni oggetto delle burle del Twitter calcio – la stessa entità che ha contribuito al crollo dell’impero Ferragnez – il povero Violi si è ritrovato sui giornali e i siti e le tv accusato di essere l’uomo che ha provato a uccidere Trump. Come abbiano fatto i giornalisti a credere alla storia del terrorista Mark Violets è difficile capirlo, ma di sicuro c’è che i media internazionali dimostrano da questo punto di vista una diabolica perseveranza: già nel 2021 Violi si era ritrovato nella shitstorm quando il Twitter calcio lo aveva “venduto” alla stampa come Marek Al-Viol, terrorista responsabile dell’attentato di Kongsberg. Seguirono querele, che seguiranno anche stavolta, a completare di nuovo la farsa.

Cronaca – Microsoft Out of Office
Forse i responsabili dei reparti IT delle compagnie aeree, delle banche, degli ospedali, delle tv, dei supermercati sono tutti utenti Apple non avvezzi alle pratiche Windows. Forse è per questo che venerdì 19 luglio è passato alla storia come «the biggest IT outage ever», perché nessuno ha detto a queste persone quello che qualsiasi utente Windows che si sia mai ritrovato davanti al famigerato Blue Screen of Death sa: gli aggiornamenti automatici è meglio disattivarli perché non si sa mai. Certo, nessun utente Windows si è mai trovato a contemplare la paralisi dei sistemi informatici di mezzo mondo. Ma questo perché, ancora una volta, non esiste nessun vero utente Windows che permetta al sistema operativo di eseguire gli aggiornamento automatici.

Politica – Centrocampo largo
La partita del cuore della Nazionale politici contro la Nazionale cantanti ha catalizzato l’attenzione dei social, soprattutto di Twitter. Ignazio La Russa in panchina, ma soprattutto Renzi rifinitore e Schlein finalizzatrice. Highlights: ovviamente l’assist dell’ex premier fiorentino all’attuale segretaria Dem, che con rapacità alla Filippo Inzaghi ha insaccato. Poi, il one-man-show (ma dai?) proprio di Renzi tipo Maradona che palleggia con la pallina da tennis al San Paolo. L’abbraccio ancora tra i due, che Renzi ha poi interpretato in un’intervista su La Stampa: sì, Italia Viva può pensare di ri-avvicinarsi al Pd, ha detto, sul modello di quanto accaduto in Francia. Chi manca, da tutto questo? Sempre lui: Giuseppe Conte, rimasto all’asciutto di riflettori in campo come alle elezioni europee. Cinque in pagella.

Letteratura – List in Translation
Negli ultimi giorni, nel mondo dell’editoria, si è molto parlato di “The 100 Best Books of the 21st Century”, la classifica del New York Times dei migliori libri pubblicati dal 2000 a oggi, e in particolare del primo posto assegnato al romanzo di Elena Ferrante, L’amica geniale. Se tanti scrittori, lettori, editori e amanti dei libri, italiani e non, hanno accolto con gioia l’ennesimo successo della tormentata storia d’amicizia ambientata a Napoli, tanti altri l’hanno considerata una scelta un po’ esagerata, in una classifica che, a detta loro, sembra fatta un po’ a caso. Tra i detrattori anche la rivista letteraria LitHub, che ha stilato una controlista, soprannominata “A Non-Boring List”, con 71 libri, tra i quali molti sono stati contenti di trovare i grandi assenti dell’altra, come David Foster Wallace, Sally Rooney e Hanya Yanagihara.

Moda – My Hadidas
adidas ha dovuto cancellare con effetto immediato tutti i contenuti di una campagna pubblicitaria con Bella Hadid come protagonista. Il motivo? Hadid era uno dei volti scelti per il rilancio di un paio di sneaker ispirate a un modello storico, le SL 72 OG, lanciate per la prima volta alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Come chiunque ricorda, durante quelle Olimpiadi ci fu un attentato di cui furono vittime quindici persone tra atleti e allenatori israeliani (e una guardia tedesca), condotto dal gruppo palestinese Settembre Nero. In molti hanno perciò trovato sbagliata la scelta di Hadid, che è di origine palestinese e che nell’ultimo anno è stata una delle poche figure di rilievo nella moda a condannare i bombardamenti israeliani su Gaza e la conseguente strage di civili. Hadid è stata accusata da diverse figure istituzionali (compreso l’ambasciatore israeliano a Berlino) di incitare all’antisemitismo, cosa che ovviamente la modella non ha mai fatto. adidas è corsa ai ripari, ma se l’obiettivo era dare alla Gen Z un altro paio di scarpe che non fossero le Samba, possiamo dire che è fallito miseramente.