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In Cina il live streaming funziona come stimolo allo shopping

Mentre la ripresa dei consumi del lusso in Cina, a più di un mese dalla riapertura dei negozi, sembra ancora molto cauta – non si sono ancora visti, per ora, gli effetti del cosiddetto “revenge shopping” in cui molti speravano – il Coronavirus ha già modificato fortemente il modo in cui i marchi si rapportano ai loro clienti online. Ne sono un esempio i brand che, come riporta il South China Morning Post, hanno registrato delle performance molto interessanti grazie all’utilizzo del live streaming.

«Alcune delle più grandi società di ecommerce cinesi stanno scommettendo molto sullo streaming live. La piattaforma Taobao Live di Alibaba ha registrato un aumento di oltre sette volte nei clienti business per la prima volta a febbraio, mentre le sessioni di live streaming di Pinduoduo sono aumentate di cinque volte da febbraio a marzo», scrive il SCMP, facendo ben sperare nella risposta dei consumatori. Secondo la società di ricerche di mercato iiMedia Research, le entrate dell’ecommerce in live streaming quest’anno probabilmente raddoppieranno a 961 miliardi di yuan (circa 124 milioni di euro).

Lo streaming live ha anche creato una nuova nicchia di “host” di eventi – alternativa ai classici influencer – che potenzialmente possono attrarre milioni di spettatori: ne sono un esempio vincente gli specialisti della bellezza nel caso dei marchi di cosmesi. Sono molti i brand che hanno iniziato a sperimentare questa formula durante la quarantena anche in Europa e negli Stati Uniti, formula che si è dimostrata molto efficiente in un momento in cui i negozi erano chiusi e che continua ad interessare anche ora, in un momento in cui sono in tanti a restare diffidenti nei confronti degli affollamenti. Il modello cinese dello “shoppertainment”, come viene definito, è anche la nuova frontiera in materia di fashion week digitali, come quella di Shanghai che si è tenuta a marzo e che costituisce ora un riferimento per tutte le altre.