Hype ↓
14:27 venerdì 21 novembre 2025
Da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, le donazioni per Gaza si sono quasi azzerate Diverse organizzazioni umanitarie, sia molto piccole che le più grandi, riportano cali del 30 per cento, anche del 50, in alcuni casi interruzioni totali.
Lorenzo Bertelli, il figlio di Miuccia Prada, sarà il nuovo presidente di Versace Lo ha rivelato nell'ultimo episodio del podcast di Bloomberg, Quello che i soldi non dicono.
Il più importante premio letterario della Nuova Zelanda ha squalificato due partecipanti perché le copertine dei loro libri erano fatte con l’AI L'organizzatore ha detto che la decisione era necessario perché è importante contrastare l'uso dell'AI nell'industria creativa.
Per evitare altre rapine, verrà costruita una stazione di polizia direttamente dentro il Louvre E non solo: nei prossimi mesi arriveranno più fondi, più telecamere, più monitor, più barriere e più addetti alla sicurezza.
L’unico a volere il water d’oro di Cattelan andato all’asta è stato un parco di divertimenti Lo ha comprato per dodici milioni di dollari: è stata l'unica offerta per un'opera che ne vale dieci solo di materiale.
Angoulême, uno dei più prestigiosi festival di fumetti al mondo, quest’anno potrebbe saltare a causa di scandali, boicottaggi e tagli ai finanziamenti L'organizzazione è accusata di aver provato a insabbiare un'indagine su uno stupro e centinaia di artisti hanno deciso di non partecipare in protesta. L'edizione 2026 è a rischio.
Il guasto di Cloudflare è stato così grave che ha causato anche il guasto di Downdetector, il sito che si occupa di monitorare i guasti su internet Oltre a X, ChatGPT, Spotify e tanti altri, nel down di Cloudflare è andato di mezzo anche il sito a cui si accede quando tutti gli altri sono inaccessibili.
Il nuovo film di Sydney Sweeney sta andando così male che il distributore si rifiuta di rivelarne gli incassi Christy sembra destinato a diventare il peggior flop dell'anno, il quarto consecutivo nel 2025 dell'attrice.

L’uomo che ha inventato le librerie moderne nel 1794

12 Ottobre 2016

James Lackington aveva dieci fratelli, non ha mai avuto una vera educazione e nella sua vita, stando ai programmi, avrebbe dovuto fare il calzolaio. Invece ha inventato le librerie moderne, intese come i luoghi in cui si vendono libri. Nel 1794 infatti, insieme al socio Robert Allen, ha aperto The Temple of the Muses a Finsbury Square, nel nord-est di Londra, diventando in poco tempo conosciuto nell’establishment culturale dell’epoca, come scrive LitHub che ha raccontato la sua storia.

Fin da ragazzo, Lackington ricercava edizioni economiche di poesie, testi teatrali e libri di letterature straniere; e una volta dopo essersi sposato ed essersi trasferito a Londra, spese la sua ultima mezza corona nella raccolta di poesie Night Thoughts di Edward Young: «Se avessi comprato la cena, l’avremmo mangiata subito e il piacere sarebbe finito presto, ma ponendo di vivere ancora cinquant’anni, avremmo Night Thoughts per banchettare», ha scritto nella sua biografia. Poco tempo dopo, nel 1774, aprì un piccolo negozio nel quale vendeva scarpe e libri.

Nel panorama inglese di fine Settecento, dove sempre più persone imparavano a leggere e in generale aumentava la tendenza a ricavarsi tempo libero, i libri erano ancora un lusso e le librerie stesse non incoraggiavano le persone a girare liberamente per gli scaffali o a sedersi per sfogliare qualche pagina. Lackington iniziò allora a pensare a un modo alternativo di concepire il luogo in cui si vendevano tomi e volumi. La sua prima innovazione fu quella di eliminare il credito, cioè il metodo alla base della vita commerciale del Diciottesimo secolo: avviò un business concentrato soltanto sul pagamento “cash”, che all’inizio fece indignare qualcuno, ma gli permetteva di evitare le perdite causate da chi non poteva onorare i propri debiti. Quindi, comprò grandi lotti di merci – o addirittura intere librerie pre-esistenti – e tagliò drasticamente i prezzi, così da poter vendere di più (all’epoca l’abitudine era quella di comprare grandi quantità di libri e poi distruggerne la maggior parte, così da fare salire i prezzi del prodotto).

temple_of_the_muses_princetonuniversity

The Temple of the Muses si allontanava dagli altri bookstore londinesi proprio per le sue ampie dimensioni, che l’avevano reso una vera e propria meta turistica: era lungo 42 metri e alto quattro piani, e al primo di questi si poteva leggere tra gli scaffali. Fu attratto dal «Cheapest Bookstore in the world»come dichiarava l’insegna – anche John Keats, che passava ore a leggere gratis e incontrò lì i suoi primi editori, Taylor e Hessy, che lavoravano nel negozio. Come succedeva spesso in quel periodo, molti librai erano anche editori: Lackington, insieme ad altri, pubblicò per la prima volta 500 copie del libro di una scrittrice allora sconosciuta, cioè Frankenstein di Mary Shelley.

Lackington era un personaggio eclettico: issava una bandiera ogni volta che era in negozio e il suo motto era «small profits do great things», “i piccoli profitti fanno grandi cose”, in risposta ai molti che dubitavano del fatto che la sua ricchezza arrivasse soltanto dalla vendita dei libri. Vendeva circa centomila volumi l’anno, con profitti attestati intorno alle 5000 sterline: oggi equivarrebbero a 700 mila dollari. The Temple of the Muses non esiste più: Lackington la vendette nel 1798 a un cugino di terzo grado per trasferirsi in campagna e diventare un predicatore metodista, e venne distrutta dal Grande incendio di Londra nel 1841.

Articoli Suggeriti
Social Media Manager

Leggi anche ↓
Social Media Manager

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.