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17:42 domenica 11 maggio 2025
È stata appena lanciata Watermelon+, una piattaforma streaming dedicata al cinema palestinese Tanti dei migliori film palestinesi prodotti negli ultimi anni, quasi mai arrivati nelle sale italiane, adesso disponibili in streaming.
Pope Crave ha dato la notizia della fumata bianca prima di Vatican News L'account di meme ha dato l'Habemus Papam con ben quattro minuti di anticipo rispetto al profilo ufficiale del Vaticano.
È Papa da neanche 24 ore ma Leone XIV è già riuscito a far arrabbiare i trumpiani Perché in passato ha espresso delle cattolicissime opinioni sull'immigrazione, ma soprattutto perché ha osato criticare JD Vance.
Tommy Cash ha fatto un remix di “Espresso Macchiato” assieme a Tony Effe Esce il 9 maggio a mezzanotte e sarà l'ultimo atto della vacanza italiana di Cash prima di partire per l'Eurovision.
Blossoms Shanghai, la prima e unica serie tv diretta da Wong Kar-wai, arriverà in streaming su Mubi Dopo due anni dall'uscita in Cina, finalmente potremo vederla anche noi.
Anche Netflix vuole essere TikTok e lancia il feed per vedere film e serie in formato verticale Permetterà di scrollare tra clip e trailer dall’app su smartphone, alla ricerca di qualcosa da guardare. 
Quella di Timothée Chalamet ai David è stata davvero una pessima serata E dire che l'attore ha pure saltato il Met Gala per partecipare alla premiazione, assieme alla fidanzata Kylie Jenner.
Con Vermiglio, Maura Delpero è diventata la prima donna a vincere il David di Donatello per la Miglior regia E il suo si è confermato il film italiano dell'anno, portandosi a casa ben sette statuette.

La lunga strada dell’HuffPo per sbarcare in Italia

19 Gennaio 2012

È ufficiale: l’Italia avrà la sua versione dell’Huffington Post – il sito di news e blog co-fondato nel 2005 da Arianna Huffington che ha recentemente superato il sito del New York Times in visite giornaliere – che sarà realizzata da una joint venture tra il colosso Usa e il Gruppo l’Espresso, come annunciato questa mattina dal sito di Repubblica.

Da tempo giravano voci sull’invasione europea da parte dell’HuffPo, che nel 2011 è stato acquistato da Aol per 315 milioni. Si parlava di una versione spagnola, una francese (che sarà diretta dalla moglie di Dominique Strauss Kahn), e anche di una italiana. Se negli ultimi mesi le prime due sono state ufficialmente annunciate, la storia del Post italiano è invece più tortuosa.

Che Lady Arianna avesse l’Italia tra le sue mire era cosa nota ma, ancora una volta, si trattavano di rumors, voci di corridoio, anticipazioni riservate. La prima volta che la voce finì nella stampa fu in un lungo articolo di Capital New York sui nuovi progetti del giornale online statunitense dopo l’acquisizione da parte di America Online. L’autore del pezzo, Joe Pompeo, seguì Arianna durante alcune giornate di lavoro, durante le quali discusse con alcuni imprenditori italiani della possibilità di entrare nel business del Belpaese. Ecco il brano:

Poco prima delle tre di pomeriggio di lunedì, la presidentessa 61enne dell’Huffington Post, di cui è direttrice e co-fondatrice, ha avuto un meeting con alcuni italiani di una società di media con sede a Milano con cui il sito, che sta cercando di esportarsi globalmente e di trovare un accordo. La Huffington ha portato i suoi amici italiani a pranzo e a fare un giro del quartiere generale dell’HuffPO (…) mentre discuteva del potenziale di un’allenaza per portare il brand in Italia.

Questo a novembre. Fino a oggi, nel frattempo, abbiamo avuto l’annuncio del lancio de El Huffington Post (versione spagnola del sito), poi di quella francese. L’Italia pareva tagliata fuori dalle mire imperialiste di Arianna Huffington.

Lunedì scorso, invece, ecco arrivare la svolta con uno “scoop” firmato da Marco Valle per Lettera43.it, secondo il quale l’HuffPo italiano sarebbe arrivato “entro giugno 2012” in collaborazione con il gruppo editoriale Rcs. Non solo, l’articolo accennava a un rifiuto del gruppo L’Espresso, del quale la concorrenza di Rizzoli-Corriere della Sera si era subito approfittata:

La trattativa con i vertici del quotidiano di via Solferino, a Milano, procede in esclusiva, dopo il no incassato dalla Huffington durante i primi sondaggi dal management dell’Editoriale L’Espresso, che non era interessato a un’alleanza tra La Repubblica e il gruppo americano.

L'”unico binario” italiano per Huffington, secondo Valle, era proprio quello della Rcs. Immaginate quindi lo stupore generale quando oggi il sito di Prima Comunicazione e Paid Content anticiparono la svolta: l’accordo per il superblog in salsa italiana è stato siglato con il gruppo L’espresso. Ovvero il contrario di quanto detto dal restroscena di Valle.

Ne è seguita una polemica, rimbalzata soprattutto su Twitter. L’hashtag “Huffington Post” ha colonizzato i tweet italiani e qualcuno ha fatto notare a Paolo Madron (direttore di Lettera43.it) l’articolo pubblicato pochi giorni prima, chiedendo spiegazioni. Madron ha risposto difendendo il lavoro del suo giornale e facendo intuire che la trattativa con Rcs c’è stata, solo non era “l’unico binario” su cui si svolgeva la vicenda. Inoltre, ha annunciato che a breve Lettera43 pubblicherà un articolo nel quale sarà chiarito tutto.

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