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07:19 martedì 2 settembre 2025
La turistificazione in Albania è stata così veloce che farci le vacanze è diventato già troppo costoso I turisti aumentano sempre di più, spendono sempre di più, e questo sta causando gli ormai soliti problemi ai residenti.
Nell’assurdo piano di Trump per costruire la cosiddetta Riviera di Gaza ci sono anche delle città “governate” dall’AI Lo ha rivelato il Washington Post, che ha pubblicato parti di questo piano di ricostruzione di Gaza che sembra un (brutto) racconto sci-fi.
Stasera La chimera di Alice Rohrwacher arriva per la prima volta in tv, su Rai 3 Un film d'autore per festeggiare l'apertura della Mostra del Cinema di Venezia 2025.
Emma Stone, che in Bugonia interpreta una donna accusata di essere un alieno, crede nell’esistenza degli alieni E ha spiegato anche perché: lo ha capito guardando la serie Cosmos di Carl Sagan.
Miley Cyrus è diventata la prima celebrity a fare da testimonial a Maison Margiela La campagna scattata da Paolo Roversi è una rivoluzione nella storia del brand.
Andrea Laszlo De Simone ha rivelato la data d’uscita e la copertina del suo nuovo album, Una lunghissima ombra Lo ha fatto con un post su Instagram in cui ha pubblicato anche la tracklist completa del disco.
Il Van Gogh Museum di Amsterdam rischia la chiusura a causa di lavori di ristrutturazione troppo costosi Lo dice il museo stesso: servono 121 milioni di euro per mettere a posto la struttura. Il Van Gogh Museum pretende che a pagare sia il governo olandese. Il governo olandese non è d'accordo.
C’è grande attesa attorno a The Voice of Hind Rajab, il film che potrebbe essere la sorpresa di questa Mostra del cinema Per i nomi che lo producono, per il regista che lo dirige e soprattutto per la storia vera che racconta: quella di una bambina di 6 anni, morta a Gaza.

Letteratura in tutte le lingue del mondo

Il magazine Granta apre le porte alla Cina, arrivando a 8 edizioni. Come una rivista letteraria va alla conquista del globo

05 Settembre 2012

«È come avere a disposizione una biblioteca della miglior scrittura da cui attingere». Parola di Ellah Allfrey, vice-direttore (direttrice) di Granta, la popolare rivista letteraria dai natali britannici (Cambridge, mica male) che sta lanciando sempre più numerose edizioni fuori dai confini – geografici e linguistici – inglesi. L’ultima in ordine cronologico andrà a coprire un mercato vastissimo e ancora largamente precluso alla letteratura non locale, vale a dire quello cinese. In una lunga intervista al New York Times (alla quale hanno contribuito vari editor del magazine) Peng Lun, direttore dell’edizione cinese, ha dichiarato: «I lettori cinesi di narrativa straniera non sono molto numerosi, e scrittori come Updike o Salinger sono sconosciuti a larga parte del popolo. Ma credo ci sia un’audience in crescita, di giovani acculturati, laureati, che vuole arrivare a scoprire nuove voci».

Non solo di Oriente, però, vive Granta (il cui nome è derivato da quello di un torrente che scorre poco fuori Cambridge): tra le cinque lingue più diffuse al mondo, la rivista ne copre quattro, ovvero – oltre l’inglese – spagnolo, portoghese e, appunto, cinese. Manca soltanto l’arabo, ma bisogna aggiungere alle precedenti edizioni anche quella italiana (edita da Rizzoli), svedese, bulgara e norvegese. Con articoli tradotti dalla “casa madre” ma certo con molti altri originali e “locali”, siano essi prodotto di famosi scrittori o esordienti.

Il modello di business, e in parte manifesto, di Granta lo spiega brevemente John Freeman, attuale direttore, classe 1974, nato in Ohio e con un passato di presidente del National Book Critics Circle: «Piuttosto che “prendere a testate il muro” cercando di raggiungere quel singolo studente scrittore di un’università sperando che si abboni, voglio trovare gente che desidera davvero e ha davvero bisogno della rivista, ovunque essi siano, e questo vuol dire guardare al mondo».

«In cinque anni riesco a immaginarci con 15 o 17 edizioni straniere» aggiunge Freeman, arrivato al timone nell’ottobre del 2009. La prima edizione fuori dai confini del mondo anglofono nacque però circa dieci anni fa e fu, piuttosto logicamente, quella castigliana. Le difficoltà iniziali ci furono, racconta al Nyt anche Aurelio Major, co-direttore di Granta Español: inizialmente sia i critici che i venditori non riuscivano a capire quale dovesse essere l’approccio al prodotto, avendo la Spagna sì una grande quantità di magazine letterari, ma nessuno di questi con un’amalgama di short fiction, reportage, saggi e new/long journalism come quelli contenuti in Granta.

Nata nel 1889 all’interno dell’ateneo di Cambridge, la rivista fu trampolino per molti autori di fondamentale importanza nel panorama britannico: A.A. Milne, E.M. Forster, Ted Hughes, Cecil Beaton e altri. Assunse una forma “professionale” soltanto nel 1970, quando fu praticamente ri-fondata dopo un periodo di gravi dissesti finanziari. La sua popolarità è in parte dovuta ai progetti speciali che dal 1983 Granta promuove, come l’ormai rinomata lista dei 20 migliori giovani scrittori inglesi, diventata appuntamento decennale.

(Nella foto: l’edizione tematica dedicata al Pakistan, del 2010, che vendette più di 50.000 copie nel mondo)

(L’originale articolo del Nyt)

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