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06:31 mercoledì 2 luglio 2025
L’Unione Europea ha stabilito che sapere quanto guadagnano i propri colleghi è un diritto Lo ha fatto con una direttiva che l’Italia deve recepire entro il 2026. L'obiettivo è una maggiore trasparenza e, soprattutto, contribuire alla diminuzione del gap salariale tra uomini e donne.
Grazie all’accordo tra Netflix e la Nasa ora si potrà fare binge watching anche dell’esplorazione spaziale Il servizio di streaming trasmetterà in diretta tutta la stagione dei lanci spaziali, comprese le passeggiate nello spazio degli astronauti.
Gli asini non sono affatto stupidi e se hanno questa reputazione è per colpa del classismo Diverse ricerche hanno ormai stabilito che sono intelligenti quanto i cavalli, la loro cattiva fama ha a che vedere con l'associazione alle classi sociali più umili.
In Turchia ci sono proteste e arresti per una vignetta su Maometto pubblicata da un giornale satirico Almeno, secondo le autorità e i manifestanti la vignetta ritrarrebbe il profeta, ma il direttore del giornale ha spiegato che non è affatto così.
Una delle band più popolari su Spotify nell’ultimo mese è un gruppo psych rock generato dall’AI Trecentomila ascoltatori mensili per i Velvet Sundown, che fanno canzoni abbastanza brutte e soprattutto non esistono davvero.
A Bologna hanno istituito dei “rifugi climatici” per aiutare le persone ad affrontare il caldo E a Napoli un ospedale ha organizzato percorsi dedicati ai ricoveri per colpi di calore. La crisi climatica è una problema amministrativo e sanitario, ormai.
Tra i contenuti speciali del vinile di Virgin c’è anche una foto del pube di Lorde Almeno, secondo le più accreditate teorie elaborate sui social sarebbe il suo e la fotografia l'avrebbe scattata Talia Chetrit.
Con dei cori pro Palestina e contro l’IDF, i Bob Vylan hanno scatenato una delle peggiori shitstorm della storia di Glastonbury Accusati di hate speech da Starmer, licenziati dalla loro agenzia, cancellati da Bbc: tre giorni piuttosto intensi, per il duo.

La geografia delle armi negli Usa

23 Luglio 2012

Dopo la strage di Aurora, monta ancora una volta il dibattito sulla diffusione delle armi negli Stati Uniti D’America – un classico, purtroppo. Tra i vari pro e contro, la sezione Cities dell’Atlantic ha pubblicato in questi giorni uno studio di Richard Florida originariamente realizzato in seguito alla sparatorio di Tucson, Arizona, del 2011.

Florida è co-fondatore e Editor at large di Atlantic Cities, nonché uno dei più important studiosi di urbanistica del mondo. I dati analizzati nel suo articolo sono stati redatti nel 2008 da Zara Matheson, ricercatrice del Martin Prosperity Insitute, e pur essendo riferiti al 2008 sono un’ottima cartina tornasole per capire qualcosa della contestata diffusione di pistole e affini negli Usa, e smontare qualche pregiudizio.

La mappa della Federazione, divisa per stati, evidenzia con una diversità di tonalità il numero di morti dovuti ad armi da fuoco ogni 100.000 abitanti. Si tratta di colpi accidentali, legittima difesa, crimini e omicidi, ma anche suicidi. La media degli Stati Uniti è di 10,3 morti ogni 100.000 individui, la stessa del Colorado. Lo stato più “sicuro” sono le Hawaii, con 3,1. Il fanalino di coda della graduatoria è invece l’Alaska, che sfiora i 21 morti. New York e New Jersey si attestano su un buon livello, con 5, ma anche in Louisiana e Mississipi si arriva a numeri che superano i 15.

Il grafico seguente invece mostra le correlazioni statistiche tra le morti da arma da fuoco e una gamma di profili psicologici, economici, sociali e politici.

Florida sottolinea come il disagio mentale non sia, nonostante il luogo comune, affatto associato con la violenza. Non ci sono, dice, elementi che fanno associare nemmeno un alto numero di persone affette da nevrosi con quella che chiama “gun violence”, e lo stesso discorso vale per il dato riguardante l’utilizzo di droghe.

I fattori di incidenza maggiori sono altri: la povertà in primis, seguita da un’economia dominata da lavori che necessitano una classe operaia. Anche l’elettorato incide, e nonostante sia da prendere con le pinze (non costituisce in alcun modo un assioma) il dato che distingue le morti negli stati “repubblicani” e in quelli “democratici” è significativo: un livello di +66 per i “rossi” e -66 per i “blu”.

(via The Atlantic Cities)

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