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Ritradurre Tolkien

Arriva oggi in libreria il primo volume della trilogia con la nuova traduzione di Ottavio Fatica, ma ha già fatto arrabbiare molti fan della saga.

di Daniele Colombi

La compagnia dell'anello, J. R. R. Tolkien, traduzione di Ottavio Fatica, Bompiani 2019

Un Anello per trovarli, Uno per vincerli / Uno per radunarli e al buio avvincerli”. Suonano subito stonati, scritti in questo modo, i due versi più famosi della Poesia dell’Anello. Eppure per le nuove generazioni di lettori saranno così. Dopo oltre un anno di indiscrezioni, esce infatti oggi la nuova edizione de Il Signore degli Anelli edita da Bompiani. Si tratta per ora del primo volume della trilogia, La Compagnia dell’Anello; mentre l’uscita dei successivi capitoli è prevista in primavera per Le due torri e nel prossimo autunno per Il ritorno del re. La notizia che ha suscitato maggiore interesse nei fan di J.R.R. Tolkien è in particolare quella di una nuova traduzione a cura di Ottavio Fatica, con la consulenza dell’Associazione Italiana Studi Tolkeniani.

L’amatissimo capolavoro nato dalla penna di J. R. R. Tolkien, la cui prima edizione originale è del 1954, uscì per la prima volta in Italia nel 1967, quando la casa editrice Astrolabio ne pubblicò il primo volume, con la traduzione della allora appena diciassettenne Vittoria Alliata. Successivamente, nel 1970, la casa editrice Rusconi stampò l’intera trilogia: l’edizione, affidata alla stessa traduttrice, fu inoltre curata da Quirino Principe, sotto consiglio di Elémire Zolla, autore dell’introduzione al romanzo. Un’ulteriore revisione della traduzione fu effettuata nel 2003, nell’edizione Bompiani uscita sull’onda del successo dei film di Peter Jackson.

Ottavio Fatica è un nome di spessore nel mondo dei traduttori. Ha tradotto molti autori “difficili”, tra cui vale la pena citare  Herman Melville (Moby Dick), David Foster Wallace e Auden. Già appassionato lettore degli Inklings (il gruppo di discussione letteraria di cui facevano parte Tolkien e l’amico C.S. Lewis), Fatica ha letto l’Hobbit e il Silmarillion in versione originale, lasciando indietro fino a poco tempo fa Il Signore degli Anelli. Perché, a più di cinquant’anni dalla prima edizione italiana, è emersa la necessità di ritradurre un testo tanto consolidato nella memoria di milioni di fan?

Fatica ha dichiarato di aver rigettato molte scelte delle precedenti traduzioni, per riportare più fedelmente lo stile originale di Tolkien, basato su un registro medio, capace però di elevarsi e abbassarsi improvvisamente, a seconda del personaggio che sta parlando. Il lavoro del traduttore è stato quello di recuperare in italiano la diversità di registri linguistici, abbandonando la traduzione-parafrasi della Alliata e restituendo quindi agli Elfi un registro alto, agli Orchi un linguaggio truce, grezzo e agli Hobbit un lessico più popolare.

I lettori si accorgeranno presto che anche i nomi dei luoghi e dei personaggi sono stati rimaneggiati (esclusi i termini in elfico), e ci sono state restituzioni di senso rispetto al passato. Hobbiville diventa quindi Hobbiton; non si cita più l’Assemblea Nazionale degli Hobbit, in un mondo in cui il concetto di nazione non esiste; i “pony” non sono più “puledri”, i “Warg” non sono più “lupi mannari”; non compaiono più titoli incomprensibili come “Gaffiere” o il moderno “Sovrintendente”; non si ricorre più a traslitterazioni fonetiche (“Tuc” per “Took”, per esempio). Le numerose poesie presenti nel testo sono tradotte con uno stile aulico – e qui l’esperienza di Fatica con la traduzione di poesia è stata probabilmente fondamentale. La più nota, la Poesia dell’Anello, è stata scelta come quarta di copertina della nuova edizione e l’Associazione Italiana Studi Tolkeniani ne ha condiviso un’anteprima sui social, scatenando il dibattito tra i fan.

La nuova traduzione non è stata accolta con piacere, perché è difficile accettare un cambia. Ultima nota è la copertina: una fotografia satellitare di quello che sembra essere il suolo di Marte, per rappresentare, forse, le terre di Mordor. Un’altra scelta non approvata dai fan. Ma si sa, i fan sono più conservatori di tutti.