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La famiglia di George Floyd potrebbe fare causa a Kanye West

Kanye West – o Ye, come preferisce farsi chiamare lui – ha detto, a proposito della morte di George Floyd avvenuta a Minneapolis il 25 maggio 2020, che l’uomo è morto perché «era imbottito di fentanyl», infatti guardando il ginocchio dell’agente di polizia Derek Chauvin «non era messo in una posizione tale» da causare il decesso di Floyd. In realtà, nonostante sia vero che il fentanyl fosse presente nel corpo di Floyd, la dose non era sufficiente per essere considerata fatale: l’autopsia finale del medico legale della contea di Hennepin ha rivelato che la morte del quarantaseienne è stata causata da un arresto cardio-polmonare avvenuto mentre veniva violentemente trattenuto dalle forze dell’ordine (infatti Derek Chauvin è stato poi condannato per l’omicidio). Come rivela il Guardian, la famiglia di George Floyd sta valutando la possibilità di fare causa a West per queste affermazioni.

L’ha fatto sapere Lee Merritt, l’avvocato per i diritti civili che ha risposto alle dichiarazioni a nome della famiglia Floyd. Ha scritto su Twitter che «anche se non si possono diffamare i morti, la famiglia sta prendendo in considerazione di fare causa a West per le false dichiarazioni su come è avvenuta la sua morte [di Floyd, ndr]». In particolare perché «affermare che Floyd è morto a causa del fentanyl e non per la violenza che è stata già accertata, in sede penale e civile, indebolisce e sminuisce la lotta della famiglia Floyd». Le sue affermazioni West le ha fatte nel podcast Drink Champs, dove è intervenuto sabato 15 ottobre per parlare di un nuovo documentario, The Greatest Lie Ever Sold: George Floyd and the Rise of Blm (Black Lives Matter) di Candace Owens, attivista di destra nota per il suo sostegno a Trump e per le sue critiche a Blm, personaggio molto apprezzato da Kanye West, che già nel 2018 aveva dichiarato il suo amore su Twitter scrivendo «Amo il modo di pensare di Candace Owens» e che nella sfilata a Parigi l’ha voluta al suo fianco con una maglietta bianca con la scritta “White Lives Matter”.

Nell’intervista, West ha anche affermato anche che i suoi quattro concerti programmati allo stadio SoFi di Los Angeles sono stati cancellati dagli organizzatori dopo le sue dichiarazioni antisemite. Nelle ultime settimane, infatti, il rapper ha fatto molto parlare di sé, non solo per la sfilata a Parigi ma anche per le frasi che hanno portato al blocco dei suoi account su Instagram e Twitter e per i problemi con Balenciaga, che l’ha rimosso dalle immagini e i video della sfilata.