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Jonny Greenwood dei Radiohead ha composto un concerto d’organo lungo otto ore

Il 26 gennaio è uscito il secondo album degli Smile, Wall of Eyes, e a marzo la band inizierà il suo tour europeo: non per questo Jonny Greenwood, chitarrista e tastierista del nuovo gruppo formato con Thom Yorke dei Radiohead e l’aggiunta del batterista Tom Skinner, sta trascurando il suo percorso personale. Come ha riportato Stereogum, Greenwood ha appena annunciato l’evento che si terrà il 18 maggio nella Octagon Chapel di Norwich, quando, dalle 14 alle 22, James McVinnie ed Eliza McCarthy eseguiranno “268 Years Of Reverb”, la sua nuova composizione per organo della durata di otto ore.

Nell’annuncio dell’evento si specifica che il pubblico può scegliere tra due opzioni: sono disponibili sia i biglietti per seguire l’intera esecuzione del brano che quelli per assistere a una sola parte del concerto, della durata di 1 ora e 50 minuti. Greenwood ha accompagnato l’annuncio con una spiegazione abbastanza “mistica”: «L’organo è il polmone e la voce di ogni edificio in cui è installato. In una vecchia chiesa, l’aria attraversa le canne dell’organo, nello stesso spazio in cui altri le hanno ascoltate per secoli. Quindi, ascoltare l’organo della chiesa è una sorta di viaggio nel tempo, quanto di più vicino abbiamo alla riproduzione fedele del suono antico. Nel caso della Octagon Chapel stiamo parlando di 268 anni: stagione dopo stagione, gli stessi suoni hanno accompagnato celebrazioni, lamentazioni, lodi e pianti».

Greenwood ha detto anche di essere stato influenzato dall’approccio alla melodia della musica classica indiana, «dove nuove note vengono introdotte gradualmente negli assoli improvvisati. Si aspetta così a lungo l’arrivo di una nuova nota che quando appare è come se aprisse un nuovo mondo». E poi: «Spesso si descrivono le melodie nella musica indiana come circolari e non lineari: è un po’ come salire su una ruota in movimento, non si inizia, né si finisce nel silenzio». Anche per questo i primi e gli ultimi accordi della composizione incorporano note al di sotto e al di sopra delle frequenze udibili. A sdrammatizzare la solennità del tutto ci sono i commenti all’articolo di Stereogum. Il migliore, forse, è questo: «John Cage is unimpressed».