Hype ↓
14:37 venerdì 5 dicembre 2025
La possibile acquisizione di Warner Bros. da parte di Netflix sta mandando nel panico tutta l’industria dell’intrattenimento Se davvero la trattativa andrà a buon fine, la geografia dell'intrattenimento mondiale cambierà per sempre.
Lily Allen distribuirà il suo nuovo album anche in delle chiavette usb a forma di plug anale Un riferimento a "Pussy Palace", canzone più chiacchierata di West End Girl, in cui racconta come ha scoperto i tradimenti dell'ex marito, l'attore David Harbour.
Dario Vitale lascia Versace, appena nove mesi dopo esserne diventato direttore creativo Era stato nominato chief creative officer del brand, appena acquisito dal gruppo Prada, a marzo di quest'anno.
L’unica tappa italiana del tour di Rosalìa sarà a Milano, il 25 marzo Sono uscite le date del tour di Lux: partirà il 16 marzo 2026 da Lione e si chiuderà il 3 settembre a Portorico.
Secondo una ricerca, l’inasprimento delle leggi sull’immigrazione in Europa sta facendo aumentare e arricchire i trafficanti di essere umani Il Mixed Migration Centre ha pubblicato un ampio studio in cui dimostra che le politiche anti immigrazione stanno solo aggravando il problema che avrebbero dovuto risolvere.
Fontaines D.C., Kneecap e molti altri musicisti hanno fondato un’alleanza di artisti per contrastare l’estrema destra Si chiama Together e ha già indetto una grande manifestazione per il 28 marzo a Londra.
C’è un’azienda che sta lavorando a un farmaco simile all’Ozempic per far dimagrire i gatti in sovrappeso Una casa farmaceutica sta sperimentando un impianto a rilascio costante di GLP-1 per aiutare i gatti obesi.
Paul Thomas Anderson ha rivelato i suoi film preferiti del 2025 e ha detto che non è affatto vero che questo è stato un pessimo anno per il cinema Secondo il regista, ci sono diversi film (oltre il suo Una battaglia dopo l'altra) usciti quest'anno di cui dovremmo essere molto contenti.

Jay-Z, Cecchetto e il caso Tidal

E addirittura Facchinetti! Che ci fanno tutti questi Vip alle prese con prodotti social? Cercano di rimanere Vip, semplicemente.

25 Aprile 2015

Lo scorso 30 marzo, Jay-Z in compagnia di una cerchia di star tra cui Kanye West, Madonna e Rihanna ha lanciato Tidal, il suo sistema di streaming musicale da poco acquisito e trasformato in un servizio musicale ad alta qualità con «le più alte royalties del mercato». Il lancio fu sfarzoso e Tidal, l’app subito battezzata «l’anti-Spotify»; decine di musicisti influenti saltarono sul carrozzone e cambiarono il loro avatar su Twitter in supporto al nuovo prodotto, che li avrebbe guidati verso un nuovo scenario industriale. Tidal partì piuttosto bene, scalando le classifiche delle app più vendute e piazzandosi subito tra quelle che contano (le top 30). Per almeno qualche giorno. Poi, d’un tratto, la caduta e la grande rimozione collettiva; e la notizia di questa settimana: Tidal è uscita dalla lista delle 750 app più scaricate. Ovvero, non esiste più (nel frattempo Kanye West ha cancellato i suoi tweet a sostegno di Tidal per poi pubblicare un piccolo elogio del servizio dopo che i media se ne erano accorti).

Molte cose possono ancora succedere a Tidal – specie ora che Jay-Z ha licenziato il suo Ceo – ma la triste parabola di un servizio promettente e sponsorizzato da una grande star mi ha ricordato la genesi di un altro prodotto digitale lanciato da un volto musicale, solo in salsa nineties e italiana: parlo ovviamente di Faceskin, il social network lanciato da Claudio Cecchetto nel 2012 (non ve lo ricordate? Ecco una testimonianza del sottoscritto risalente ai primi giorni del sito). Faceskin, in una scala minore e senz’altro più folkloristica di quella di Tidal, era una risposta al gigante Facebook che avrebbe dovuto – queste le intenzioni di Cecchetto – spopolare grazie al traino dei molti Vip amici del fondatore e a una nuova idea di “social” che avrebbe dovuto migliorare e sostituire quella di Mark Zuckerberg.

Com’è andata? Il tutto è finito in farsa e Faceskin rimane un angolo pressoché deserto del web, senza alcuna influenza nazionale, per non dire mondiale.

Ma in questi giorni c’è un altro noto personaggio italiano sta facendo discutere per una sua nuova proposta tecnologica: parlo di Francesco Facchinetti (l’ex Capitan Uncino) e Stonex, il suo «smartphone italiano» che «costerà meno di 370 euro». Il lancio dello Stonex One è tuttora in corso e viene documentato con video caricati sul profilo Facebook di Facchinetti in cui il nostro annuncia una rivoluzione indossando sempre gli stessi vestiti (cfr. Steve Jobs) e sottolineando l’italianità della sua invenzione con fare autarchico. Non sappiamo ancora come sarà lo smartphone (auguriamo al team di fare un buon lavoro) ma una domanda diventa quasi inevitabile: che ne sanno i Vip di queste cose?

Ovviamente c’è di mezzo il boom del settore, che secondo alcuni ha retrogusti di bolla speculativa, ma una tale concentrazione di iniziative non può essere etichettata come semplice “investimento”. No, fosse solo quello Jay-Z potrebbe comprarsi un altro attico a Manhattan e Cecchetto un altro bilocale a Riccione. No, c’è dell’altro, la spinta del nuovo Eldorado nato nella Silicon Valley, una leggera mutazione dell’american dream in cui chiunque può diventare ricco rimanendo però un figo: non più Donald Trump ma Steve Jobs, una nuova visione dell’imprenditore sognatore e impegnato.

È una retorica che è già oggi abbastanza stantia da far sembrare alcune scene di Silicon Valley – la serie Hbo sugli eccessi startuppari – meno ridicole di quanto succede in realtà. Come ha scritto l’acido Sam Biddle, c’è un cortocircuito tra la voluta assurdità satirica della fiction e quanto avviene ogni giorno da quelle parti: l’idolatria, i discorsi vuoti, il ritornello “let’s make the world a better place” usato da gente che presenta un’app e così via; succede tutto davvero e, almeno in questo caso, la cronaca sembra superare la fantasia comica.

In questo nuovo sogno c’è qualcosa che viene inseguito anche da artisti di fama mondiale: ora è questa la fama, è questo il potere. E Jay-Z ne vorrebbe un pezzetto, e ha pensato di conquistarselo giocando sulla musica ad alta qualità e una giusta ricompensa in termini di diritti d’autore per gli artisti iscritti a Tidal: finora non è bastato tanto che mentre la sua app sprofondava Spotify raggiungeva un volume d’affari superiore a quello dell’industria musicale tradizionale. D’altro canto Facchinetti e i suoi puntano invece all’enorme mercato mobile mentre Cecchetto mirò a quello social, anche perché streaming e smartphone sono oggi parole caldissime e business enormi. C’è spazio per tutti, sembrerebbe, perché non provarci sfruttando la mia conoscenza del settore?

Il problema generale è la discrepanza tra queste nuove proposte e i padroni del mercato – Facebook, Apple, Google, Samsung – tutti con anni d’esperienza e sperimentazione alle spalle ed enormi investimenti in corso. È possibile che Tidal, partendo da zero, conquisti il pubblico di Spotify con l’app che si ritrova? E Stonex può fare breccia nel mercato mobile senza un sistema di finanziamento massiccio all’americana? Molto probabilmente no ma sono iniziative che possono fare bene all’immagine di una star, specie nei casi locali: Cecchetto ha goduto di qualche settimana di buona stampa e di un’eterea nomea di “imprenditore digitale” e oggi Facchinetti sembra davvero tronfio del suo esperimento e delle reazioni raccolte su Facebook.

Tutto può succedere ma questi movimenti confermano l’allure che la figura dello startupper continua ad avere, un’aura magica così grande da fare gola a Jay-Z.

Immagine: Madonna, deadmau5, Kanye West e Jay-Z alla presentazione di Tidal, 30 marzo (Jamie McCarthy / Getty Images)

Articoli Suggeriti
Social Media Manager

Leggi anche ↓
Social Media Manager

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.