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Cosa succede se si risponde alle email-truffa finite nello spam: una storia vera

Nel 2015 il comico inglese James Veitch ha pubblicato Dot Con, un libro che raccoglieva alcune dei suoi sketch più divertenti. Non si tratta di esibizioni live davanti a un pubblico pagante, ma di conversazioni via email. Per anni, il britannico ha risposto a quei messaggi fastidiosi e lisergici che di norma finiscono nella casella “Spam” della nostra posta elettronica: principi nigeriani in cerca di business partner, persone bloccate in angoli di mondo remoti che hanno bisogno di aiuto economico immediato, presunte vincite alla lotteria e facoltose ereditiere che vogliono nomi da inserire nel testamento. Quel genere di missive, insomma. Ne sono venute fuori conversazioni spesso molto divertenti: quello che segue, ad esempio, è uno scambio con un “amico in difficoltà” che ha bisogno di un prestito urgente.

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Veitch risponde con toni sinceramente accorati, chiedendo anche «come sta Daphne»? Non che conoscesse alcuna Daphne, ovviamente.

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Poi il sedicente «Robert» comunica gli estremi per inviargli il denaro nelle Filippine, dice che «all I need now is 2,500 USD».

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Robert non è un maleducato: si era fatto prendere dal panico.

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«Await your responds».

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Gli animi si scaldano.

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Poi la situazione diventa ulteriormente divertente e paradossale: «Fortnum» si spazientisce e vuole capire se la truffa andrà veramente in porto o meno; James, dal canto suo, è preso dalla realizzazione del suo libro.

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Il resto dello scambio è visibile qui. James Veitch è anche stato protagonista di un Ted Talk che racconta la sua odissea anti-spam.