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In Ohio Rumore Bianco è diventato una teoria del complotto

L'incidente ferroviario nella città di East Palestine ha provocato un vero e proprio evento tossico aereo, da settimane al centro di un nuovo filone della narrativa complottista, tra paragoni con il romanzo di DeLillo e accostamenti a Chernobyl.

di Studio

La recente trasposizione cinematografica di Rumore bianco di Don DeLillo è un fedelissimo adattamento dell’originale letterario, tranne che per una scena. Si tratta di una scena che spiega l’origine dell’evento tossico aereo: un camion si scontra con un treno merci, le fiamme generate dall’impatto incendiano il Nyodene D., dalle fiamme sale la nube tossica che costringerà all’evacuazione la famiglia Gladney e tutto il resto della cittadina di Blacksmith, Ohio. Con l’involontaria prescienza che solo gli artisti possiedono, Baumbach ha messo nella finzione del suo film un evento che di lì a breve si sarebbe verificato nella vita vera: il 3 febbraio, infatti, nei pressi di East Palestine, Ohio, un treno merci ha avuto un incidente ed è uscito dai binari, deragliando. Dei quasi 141 vagoni che componevano il treno, 20 trasportavano sostanze chimiche pericolose. Secondo le informazioni diffuse dal National Transportation Safety Board americano, di questi 20, 11 sono stati coinvolti nel deragliamento e hanno provocato un gigantesco incendio che ha generato quello che non si può che definire un vero e proprio evento tossico aereo. Tra le diverse sostanze chimiche (molte infiammabili, alcune cancerogene: una lista esaustiva a riguardo l’ha compilata Axios) trasportate da questi vagoni la più pericolosa è il polivinilcloruro, usato nella produzione del Pvc e altissimamente infiammabile. Tornando un attimo sull’involontaria prescienza degli artisti: l’incidente finto di Rumore bianco è stata girata proprio presso la rete ferroviaria che passa vicino a East Palestine, non lontano da dove si è poi verificato l’incidente vero. Fatto che ha, ovviamente, acceso le fantasie dei complottisti: sarà mica un caso che quello che è successo nel film si sia poi ripetuto quasi esattamente nella realtà, insinuano alcuni, costringendo altri a ricordare che, prima di un film, Rumore bianco è stato un romanzo. Uscito in America nel 1985.

Per spiegare quello che è successo dopo il deragliamento del treno torna utile una cosa detta a proposito da Bill Adair, fondatore di PolitiFact e docente di giornalismo alla Duke University: «Nei momenti di confusione, i governi devono parlare subito e tanto e con la dovuta chiarezza. Se non lo fanno, a riempire il vuoto sarà la disinformazione». Tempismo, chiarezza e onestà non sono proprio i tre sostantivi che vengono in mente pensando alla risposta del governo dell’Ohio. Il giorno dopo l’incidente, gli enti statali preposti hanno deciso l’evacuazione di East Palestine – cinquemila abitanti circa – per facilitare le operazioni di “rilascio controllato” delle sostanze chimiche contenute nei vagoni deragliati. Quattro giorni dopo, i cittadini hanno ricevuto il permesso di tornare nelle loro case (le preoccupazioni, però, soprattutto per l’impatto ambientale dell’incidente sul lungo termine, restano, come racconta anche il New York Times). Dieci giorno dopo, quegli stessi cittadini hanno scoperto che sarebbe stato meglio non bere acqua dai rubinetti delle loro case e dalle fontanelle della città: c’erano test ancora in corso sulla potabilità dell’acqua pubblica di East Palestine. A questo punto, teorie complottiste che circolavano già da giorni – l’incidente sarebbe molto più grave di quanto raccontato dal governo, si tratterebbe della Chernobyl americana, l’amministrazione Biden starebbe coprendo tutto usando i palloni-spia cinesi come arma di distrazione di massa (questa un’insinuazione fatta su Twitter dalla deputata repubblicana Marjorie Green) – sono diventate la cronaca ufficiale di quanto successo davvero il 3 febbraio a East Palestine, Ohio.

Tutto, ovviamente, è stato reso prima possibile e poi inevitabile grazie al contributo dei social media. Tra i principali protagonisti di questa operazione di disinformazione di massa c’è Stew Peters, professione cacciatore di taglie (davvero), autodefinitosi patriota, guerriero nella lotta contro l’informazione “mainstream” e, siccome tutti i complottismi sono alla fine un unico, grande complottismo, diventato famoso durante la pandemia per aver diffuso e amplificato praticamente qualsiasi balla prodotta dall’Internet sul Covid-19. Nel racconto di Peters – e di molti altri omologhi e sodali – in Ohio sarebbe in corso una catastrofe di proporzioni, appunto, chernobyliane e il governo degli Stati Uniti starebbe impiegando il brutalismo sovietico nel disperato tentativo di coprire tutto (addirittura arrestando i giornalisti: in realtà ne è stato arrestato solo uno, Evan Lambert di NewsNation, per violazione di domicilio, accusa subito archiviata dal giudice competente). «A 150 kilometri dal luogo dell’incidente stanno morendo pesci e bestiame», ha scritto Peters in un tweet che è stato visualizzato quasi 40 milioni di volte e condiviso 120 mila volte. Il tweet ne riprende un altro, altrettanto virale, circolato in questi giorni: mostra una mappa secondo la quale decine e decine di fattorie nel raggio di centinaia di kilometri dal punto in cui il treno è deragliato subiranno le conseguenze dell’incidente.

Ovviamente, niente di tutto questo è vero. Nelle due settimane trascorse dall’incidente, per esempio, l’Ohio Department of Natural Resources ha contato circa 3500 pesci appartenenti a 12 specie diverse morti a causa delle sostanze finite nel tratto del fiume Ohio più vicino all’incidente. Nessuna di queste specie è a rischio decimazione a causa dell’incidente e, stando a quanto affermato da Mary Mertz – che dell’Ohio Department of Natural Resources è la direttrice – due giorni dopo il deragliamento la situazione stava già tornando alla normalità. Lo stesso discorso vale per il bestiame: molti giornali americani hanno ripreso le dichiarazioni di una donna residente a North Lima, paesino vicino a East Palestine, secondo la quale tutti i polli del suo pollaio sarebbero morti il 7 febbraio. La donna si dice convinta che la causa fosse l’incidente ferroviario – le sostanze chimiche finite nell’acqua? I fumi tossici generati dall’incendio? – ma al momento di questa convinzione non esiste alcuna conferma. Secondo l’agenzia statale che si occupa di monitorare le condizioni delle falde acquifere e dei corsi d’acqua dell’Ohio, i livelli d’inquinamento delle stesse si sarebbero ovviamente alzati in seguito all’incidente ma la presenza di sostanze chimiche nell’acqua si starebbe già diluendo e non ci sarebbero rischi di alcun tipo per il futuro.

Di tutta questa storia, come di tutte le storie di questa epoca, restano dunque i ricami che a essa sono stati applicati per servire questo o quell’intento polemico, questa o quell’agenda politica. Di certo, resta la goffa risposta delle autorità statali dell’Ohio e una certa pigrizia mostrata dai media nazionali americani nella copertura della notizia: all’inizio la storia è stata certamente sottovalutata (c’è un pezzo di Wired che spiega come a inserirla forzatamente nel ciclo delle news siano stati i tantissimi tiktok pubblicati a riguardo in quei giorni) ma, con il passare delle settimane, la copertura c’è stata e gli aggiornamenti sulla situazione non sono mancati. Come già detto, però, tutto si riduce a una questione di tempismo: quando i media nazionali hanno cominciato a raccontare quello che stava succedendo a East Palestine, moltissime persone si erano ormai già convinte che l’iniziale mancata copertura della notizia fosse dovuta a un ordine dell’amministrazione Biden. In realtà, in tutta questa storia un’altra certezza c’è: l’imbarazzante comportamento dei dirigenti di Norfolk Southern, la compagnia ferroviaria alla quale apparteneva il treno deragliato. Nonostante le tantissime e insistenti richieste dei cittadini di East Palestine – comprensibilmente ancora preoccupati da quanto successo e incerti della salubrità dell’aria che respirano e della potabilità dell’acqua che bevono – gli executive dell’azienda, come riporta tra gli altri anche Bbc, si sono rifiutati di partecipare a tutti gli incontri con la cittadinanza organizzati per spiegare quanto accaduto. Temono, i dirigenti di Norfolk Southern, «le crescenti minacce di violenza fisica nei confronti dei nostri dipendenti». Ma, a giudicare dalle dichiarazioni dei cittadini di East Palestine raccolte dai giornali americani di questi giorni, nessuno ce l’ha con i dipendenti di Norfolk Southern: solo con i dirigenti. Compreso il governatore dell’Ohio, che in conferenza stampa ha detto che l’incidente è colpa loro.