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Cosa sappiamo sull’aereo ucraino precipitato a Teheran

È di 176 persone (di cui 167 passeggeri e nove membri dell’equipaggio) il bilancio delle vittime dello schianto del Boeing 737 della Ukraine International Airlines, che nella mattina dell’8 gennaio è precipitato a Teheran subito dopo il decollo. Degli 82 iraniani, 63 canadesi, 11 ucraini, 10 svedesi, 4 afghani, 3 tedeschi e 3 inglesi a bordo, nessuno è sopravvissuto.
Come riporta il Time che ha ripercorso i momenti precedenti dell’incidente, il velivolo aveva appena lasciato l’aeroporto internazionale Imam Khomeini alle 6:12 di mercoledì quando, due minuti dopo, ha iniziato a precipitare in una zona agricola nella periferia della capitale iraniana, trasformando il terreno in un campo di detriti. Il Guardian aggiunge che il decollo dell’aereo era stato ritardato di quasi un’ora.

(Photo by ROUHOLLAH VAHDATI/ISNA/AFP via Getty Images)
Intanto, mentre l’Ukraine International Airlines ha dichiarato di aver sospeso i voli per Teheran, si cercano di ricostruire le cause dell’incidente, avvenuto in un momento di altissima tensione nella regione da cui, nelle stesse ore, sono partiti alcuni missili iraniani che hanno colpito due basi americane in Iraq (in rappresaglia per l’uccisione del generale iraniano Qassem Suleimani). Ed è a questo proposito che, come riporta il Time, l’emittente televisiva al Hadath ha diffuso la notizia secondo cui il Boeing sarebbe stato colpito «per errore» da un missile sparato proprio dai Pasdaran, i Guardiani della Rivoluzione iraniana. Ma non è ancora chiaro cosa sia successo (tanto che le autorità ucraine si sono offerte di contribuire alle indagini ora in corso). Cercando di fugare l’ipotesi di un “errore balistico”, il portavoce del Ministero iraniano dei trasporti, Qassem Biniaz, ha affermato che la colpa dello schianto sarebbe da attribuirsi a un incendio al motore. Il pilota dell’aereo avrebbe quindi perso il controllo del mezzo, non riuscendo a elaborare in tempo quanto stesse accadendo per comunicare il problema ai controllori del traffico aereo.
Nonostante secondo quanto riferito dalla compagnia si sia trattato di un velivolo nuovo, costruito nel 2016 e revisionato il 6 gennaio 2020, il numero di Boeing 737 che negli ultimi anni sono stati coinvolti in incidenti mortali (da quello schiantatosi nel 2010 a Mangalore in India sino al più recente, che il 29 ottobre 2018 è precipitato pochi minuti dopo il decollo da Giacarta) ha messo in luce la scoperta di inconvenienti tecnici nelle sue strutture. Solo il mese scorso, inoltre, la società aveva licenziato il suo amministratore delegato, Dennis Muilenburg, ampiamente criticato per aver fuorviato numerosi controlli cui Boeing avrebbe dovuto sottoporre i suoi mezzi.

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