Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Il WashPost ai suoi reporter: commentate di più
Lo scorso marzo il Washington Post ha aggiornato la sezione commenti del suo sito allo scopo di aumentare l’interratività tra la testata, i suoi articoli e gli utenti-lettori. In meno di un anno, il numero di commenti postati sul sito è salito del 142%, secondo Jon DeNunzio, interactive editor del quotidiano Usa. Ora scatta la fase due del restyling di WashingontPost.com, in cui i giornalisti sono stati invitati a partecipare di più al dibattito scatenato dai loro pezzi, in modo da aprire un dialogo con i lettori e invogliarli di conseguenza alla lettura.
A raccontare il trasformamento ci pensa il giornale stesso nel blog “Ask The Post”, che fa da tramite tra lettori e testata – ulteriore conferma di come l’interattività sia uno dei focus del giornale.
Quella sui commenti scritti dai reporter è una decisione che va contro la prassi giornalistica comune, spiega l’esperto di media Dan Kennedy, che se non proibisce di fatto ai giornalisti di commentare le storie del proprio giornale di certo non spinge affinché questo avvenga. Come ha spiegato al Nieman Journalism Lab, “non so quanti giornali proibiscano ai loro giornalisti di partecipare ai commenti ma credo di poter dire che molti di loro lo scoraggino”.
L’esperimento per ora sta dando i risultati sperati: i lettori apprezzano la disponibilità alla discussione dei reporter e anche altre realtà giornalistiche stanno apprezzando il filo diretto instaurato dal Post. “Da un certo punto di vista – spiega Ask The Post – è come una chat”. Senza contare che è un ottimo modo per bloccare rumors, bufale e cattive interpretazioni sul nascere. Ci pensano i giornalisti stessi.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.