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01:18 domenica 4 maggio 2025
Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Il robot che nega di essere un robot

16 Dicembre 2013

I primi giorni di dicembre (2013) il giornalista Michael Scherer di TIME ricevette una telefonata sul suo cellulare. All’altro capo della cornetta era una donna, con una voce entusiastica e squillante, che gli chiedeva informazioni riguardo la sua copertura sanitaria. Non è una novità né un problema: la donna chiedeva soltanto «benedici di Medicare?» e cose simili, come tutte le telefonate un po’ scoccianti che riceviamo più volte durante la settimana.

Per Michael Scherer, tuttavia, qualcosa non era chiaro. Di punto in bianco chiese alla voce: «Sei una persona reale?». Lei rimase in silenzio per un po’, dopodiché rise e rispose: «I am a real person, can you hear me okay?». La voce sembrava reale, e così l’intonazione quasi perfetta. Ma Samantha West, questo il “nome” della donna o del robot, fallì altri “test” fatti da Scherer e da altri giornalisti di TIME che chiamarono successivamente il numero. Non sapeva nominare il vegetale alla base della salsa ketchup, e lamentava “disturbi di comunicazione” ogni qual volta una domanda la metteva in difficoltà. E, a ogni domanda sulla sua natura robotica, rispondeva allo stesso modo, con la stessa cadenza e la stessa intonazione: «I am a real person».

È già di per sé interessante il fatto che un robot non voglia ammettere di essere un robot. Quello che sostiene di aver scoperto però Alexis Madrigal, giornalista di The Atlantic, è però ancora più interessante. Madrigal ha indagato la tecnologia che avrebbe dovuto permettere alla sedicente Samantha West di rispondere in maniera così naturale e spontanea ai diversi stimoli esterni (leggi: domande o provocazioni dell’utente umano all’altro capo della cornetta), e ha concluso che non esiste, a oggi, alcuna tecnologia così avanzata. Come è possibile, allora? L’ipotesi di Madrigal è che Samantha West fosse sì una voce pre-registrata, ma le frasi da lei dette venissero azionate (come con un tasto “play”) da persone, probabilmente non molto familiari con la lingua inglese. Ma questo, ammette lo stesso Madrigal, è soltanto una supposizione.

La soluzione al piccolo e affascinante mistero per ora è lontana: il numero di Samantha West è stato cancellato.

(via)

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