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Il film di Ang Lee che non potrete vedere al cinema

Billy Lynn’s Long Halftime Walk è un romanzo di Ben Fountain del 2012 (in Italia uscito per minimum fax col titolo È il tuo giorno, Billy Lynn!). Il regista cinese Ang Lee, vincitore di tre premi Oscar – di cui due per la Miglior regia – tornerà presto al cinema con un adattamento dell’opera: anzi, tornerà in alcuni cinema, a voler essere precisi.

Dopo quattro anni di assenza dalle scene, Lee a ottobre presenterà la rivisitazione della storia degli eroi di guerra in anteprima mondiale al New York Film Festival, dove per la prima volta nella storia del cinema verrà proiettato un film in 3d, in definizione ultra-elevata 4k e con una frequenza di fotogrammi di 120 frame al secondo. Unico neo: poche sale al mondo sono dotate di impianti capaci di supportare requisiti così esigenti, cosa che renderà il lungometraggio appannaggio esclusivo di alcuni fortunati cinema.

Per capire la portata della sperimentazione di Lee è utile ricordare che dagli anni Venti i film vengono prodotti quasi esclusivamente a una velocità di 24 frame al secondo, il motivo per cui spesso nelle scene più dinamiche le immagini sfumano brevemente. Per limitare l’affaticamento degli occhi degli spettatori dovuto al 3d, alcuni registi hanno aumentato le frequenze: Peter Jackson è passato a 48 frame/s per Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato, ma nessuno è mai arrivato a quota 120 frame/s.

Ang Lee ha dichiarato: «Ho pensato che il viaggio di Billy, che è sia intimo che epico, e raccontato quasi interamente dal suo punto di vista, si prestasse particolarmente bene all’emozione e all’intensità generati da questo approccio innovativo». E Marc Platt, uno dei produttori della pellicola, ha detto al New York Times che l’obiettivo di un film di oggi deve essere sempre motivare il proprio pubblico a staccarsi dagli schermi dei suoi dispositivi. Eppure, il metodo usato in questo caso potrebbe essere controproducente: alcune persone che hanno visto parti dell’opera hanno sperimento sensazioni di scombussolamento, come ha rivelato la stessa produzione del film.