Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Il culto del Lego
Il vantaggio del libro-oggetto (libro-manufatto, libro-opera d’arte, e via dicendo) sta nel fatto che il suo valore, anche se non viene letto, esiste anche di per sé in quanto forma estetica. Se poi il contenuto è anche (molto) interessante, ecco pronto il libro che piace a tutti, e che tutti dovrebbero avere sul coffee table. Bello fuori, bello dentro, e con una storia transgenerazionale: il Lego.
Si chiama The Cult of Lego, è edito da No Starch Press e curato da John Baichtal e Joe Meno, il primo collaboratore di Wired Usa, il secondo fondatore di Brick Journal (magazine dedicato a?) e supervisore dei progetti dell’azienda danese. Non è un libro sulla storia dei Lego, né un libro per bambini. Come da titolo, è un libro sul culto del mattoncino (e della testolina gialla), sulle straordinarie creazioni realizzate da artisti, scultori, professionisti di vario genere. Pezzi vintage, pezzi personalizzati, pezzi artistici. Moltissime foto e sezioni dedicate allo sviluppo e all’importanza del Lego nella pop culture. E poi un bell’approfondimento sulla Minifig Mania, ossia tutto ciò che riguarda i caratteristici omini e tutti i loro utilizzi meno convenzionali (il capitoletto incentrato sulle Minifig “politiche” include anche la riproduzione di un imbarazzato Dick Cheney, fucile alla mano, accanto al moribondo compagno accidentalmente ferito a caccia).
Il prezzo è quaranta dollari, non poco, e su Amazon si trova anche una veloce clip video di presentazione.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.