Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Il cimitero dei loghi

Dove va a finire un logo, quando la compagnia decide di cambiare la propria immagine? Che domande, nel cimitero dei loghi. Scherzi a parte, le foto di questa gallery provengono non da un vero e proprio camposanto (anche se non escludiamo che possa esistere) ma dal libro fotografico di Declan e Garech Stone, Logo R.I.P., uscito per la prima volta dieci anni fa, e in questi giorni ripubblicato con ulteriori aggiunte di “morti grafici”.
I brand scelti per riempire l’immaginario luogo sono sì quelli più famosi della storia del brand design, ovvero Pan-am, Kodak, ma sono anche presenti, per citarne due, Land Rover e Commodore, perché, spiega Declan, «non sono grandi esempi di design, ma hanno alimentato un sentimento di nostalgia per decenni».
Ci sono, e non potevano mancare, gli epitaffi: storia del logo, della compagnia, motivazioni del suo ritiro dal mercato. «I libri di loghi sono solitamente un semplice tributo alla forma, in bianco e nero», continua Declan «ricontestualizzandoli invece all’interno di un cimitero, cerchiamo di mostrare quanto i loghi abbiano una vita propria e una risonanza ben oltre il solo mondo del design. E sono barometri culturali, espressione di una certa epoca, recente ma passata».
Qui potete trovare Logo R.I.P. a 14 dollari.







Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.