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20:47 lunedì 18 agosto 2025
A quanto pare Lana Del Rey è molto arrabbiata con Ethel Cain, ma nessuno ha ancora capito perché Le ha lanciato una frecciatina in una traccia del nuovo album e l'ha bloccata su Instagram: perché ce l'abbia così tanto con Cain, però, non è chiaro.
La sinistra mondiale va così male che è riuscita a perdere le elezioni anche nella Bolivia socialista Il Movimiento al Socialismo governava dal 2005, ma al primo turno è arrivato a malapena quarto. Al ballottaggio vanno un candidato di centro e uno di centrodestra.
A Liam Gallagher hanno vietato di lanciare tra il pubblico tamburello e maracas alla fine dei concerti perché le persone si picchiavano pur di accaparrarseli È stata l'organizzazione del concerto a dirglielo, per evitare che i fan si «strizzino i capezzoli a vicenda, si tirino le orecchie, si prendano a ginocchiate nelle parti basse».
È morto Ronnie Rondell, l’uomo che andava a fuoco sulla copertina di Wish You Were Here dei Pink Floyd Ci vollero 15 tentativi per ottenere lo scatto perfetto, un'impresa che mise a dura prova anche uno stunt man come lui, sopravvissuto alle riprese più spericolate della storia del cinema.
Sally Rooney ha detto che donerà i proventi degli adattamenti Bbc dei suoi romanzi a Palestine Action Lo ha scritto in un articolo pubblicato sull'Irish Times, in cui attacca (di nuovo) il governo inglese per le sue posizioni filoisraeliane.
Terence Stamp è stato l’attore inglese più amato dal cinema italiano Teorema di Pasolini, Tre passi nel delirio di Fellini, Una stagione all'inferno di Nelo Risi e molti altri: negli anni '70 Stamp, morto il 17 agosto a 87 anni, fu "adottato" dal cinema italiano.
È morto a 94 anni Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi fotografi italiani Con i suoi scatti in bianco e nero ha raccontato l’Italia nel pieno dei suoi cambiamenti: dal boom industriale alle grandi navi a Venezia.
Instagram si è “ispirato” di nuovo a TikTok e ha introdotto la funzione repost Tra le nuove funzioni introdotte dall’ultimo aggiornamento ce n’è una che lo farà somigliare ancora di più al social rivale.

Il cane che “vive” da 11.000 anni

24 Gennaio 2014

Ci sono razze canine molto longeve, e razze con un’aspettativa di vita e di buona salute molto più breve. In generale, l’aspettativa media di tutti i cani si stima sia di dodici anni. È quindi abbastanza raro, per utilizzare un eufemismo, trovare un esemplare di 11.000 anni. Il cane in questione (o lupo) non vive ancora oggi sotto forma canina, cioè non sotto forma immediatamente visibile e riconoscibile. La sua storia è un po’ più complicata, ed è raccontata dal National Geographic.

Nel libro A Domestic Treatise on the Diseases of Horses and Dogs, apparso nel 1810, venne segnalata per la prima volta l’esistenza del cane millenario. Il libro, scritto dal veterinario inglese Delabere Pritchett Blaine trattava di alcuni animali affetti da un particolare tumore ulceroso con strane escrescenze, presente negli organi dell’apparato sessuale. Negli anni successivi, altri veterinari diventarono più esperti e più abituati a riscontrare casi di quel particolare tumore. Alcuni cani continuavano a morire, ma altri, stranamente, guarivano. Nel 1871 un medico russo capì che i “tumori” erano infezioni: ne staccò un pezzo da un animale malato, e lo strofinò sugli organi genitali di un esemplare sano: anche quest’ultimo iniziò a sviluppare la malattia. Il suo nome, oggi, è Canine Transmissible Venereal Tumour, o CTVT.

Oggi, un team di scienziati della University of Cambridge ha, per la prima volta, ha sequenziato il genoma di due tumori CTVT. I risultati dello studio sono apparsi sulla rivista Science il 24 gennaio. Elizabeth Murchinson, la scienziata a capo del progetto, ha selezionato due cani affetti da CTVT di razze molto diverse e soprattutto provenienze opposte: un “camp-dog” (randagio) australiano, e un cocker spaniel brasiliano. Le loro cellule tumorali erano straordinariamente simili.

Solitamente le cellule tumorali evolvono da cellule sane, ma non era questo il caso dei due cani. I genomi dei due tumori avevano in comune circa due milioni di mutazioni. In breve: gli scienziati capirono che erano troppo simili per non avere un antenato in comune. E dato il numero delle mutazioni, questo antenato doveva essere vissuto un po’ più di “qualche anno” prima. Fecero il calcolo, e arrivarono alla soluzione: l’antenato comune era un cane vissuto 11.000 anni fa, appena terminata l’Era Glaciale. Riuscirono anche a ipotizzare la razza: un husky, una delle prime razze canine a essere addomesticate.

Ecco come l’husky infetto, o le sue cellule, da 11.000 anni, continua a vivere sotto forma virale in migliaia di cani sparsi per il mondo. La storia completa, che comprende anche le ipotesi di diffusione (dal Vecchio al Nuovo mondo, sì, c’entrano i colonizzatori europei) è sul sito di National Geographic.

(via)

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