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I restyling del logo Rai dal 1949 a oggi

La Rai cambia le grafiche che hanno accompagnato i suoi programmi fino a oggi, e cioè loghi, bumper (i brevi filmati che aprono o chiudono la sequenza degli spot o annunciano i programmi), design dei promo e cartelli di servizio. Non ci saranno più, dunque, le ormai note nuvole di Rai 1, i mosaici di Rai 2 e il magenta di Rai 4. 

Il rebranding arriva dopo sei anni dall’ultima operazione simile: in quell’occasione venne motivata dal passaggio al digitale terrestre, il quadrato debuttò nei loghi delle emittenti, sia per la tv che per la radio. L’attuale è il sesto restyling a partire dal 1949.

Il primo logo Rai, che risale a prima dell’inizio delle trasmissioni del 1954, fu realizzato dal pittore e architetto Erberto Carboni: aveva un carattere “egiziano”, lettere squadrate, di grande impatto visivo. Ma non fu l’unico: ne fu creata un’altra versione, nella quale il pallino della I è sostituito da un occhio, una grafica usata anche dalla Cbs in America e dalla Bbc in Inghilterra. Qualche anno dopo Carboni realizzò anche il logo “Tv”, con la T e la V che volevano rappresentare un’antenna, e le grafiche del monoscopio Rai, andato in onda fino al 1977.

Logo Rai Anni '50

I caratteri di Carboni resistettero fino agli anni Settanta quando un grafico interno all’azienda, Alberto Ribera, propose un nuovo marchio, nel quale le lettere erano più snelle e la R e la A si fondevano tra loro. Questo logo, però, venne usato pochissimo, principalmente sulle telecamere di studio, e venne sostituito poco dopo da un simbolo simile, mai adottato come logo ufficiale nonostante comparisse in alcune grafiche. La grande rivoluzione arriva, quindi, nel 1982 quando la Rai decide di affidare la grafica a un’azienda esterna, la Ara, che realizza un logo che è resistito, seppur in varie versioni, fino al Duemila e che si può ancora vedere in alcune sedi Rai. 

Logo Rai Anni '80Insieme al nuovo font Handel Gothic, un carattere molto in voga in quel periodo (lo usava anche la American Airlines), i canali vengono ufficialmente denominati Raiuno, Raidue e Raitre. Una scelta dettata dalla nascita delle reti Fininvest e dalla necessità di differenziarsi: a ognuna, quindi, venne associato un colore primario e una forma geometrica tridimensionale. Pochi anni dopo, pur mantenendo lo stesso carattere, vennero apportate alcune modifiche: la A venne rovesciata, vi fu applicato il simbolo della bandiera italiana, e le lettere vennero separate per dar più risalto agli angoli. 

Logo Rai Anni '80

Nel 2000, poi, si cambia ancora, e in modo radicale. Viene adottato il carattere Futura, ideato da Paul Renner e utilizzato da tantissime aziende e non solo: è lo stesso visto in American Beauty, di Calvin Klein, SwissAir e Trenitalia. Accanto, l’immagine di quella che sembra una farfalla ma che in realtà – come ha detto Antonio Romano, che si occupò del restyling – è anche la rappresentazione di due visi che si guardano. Il logo racchiudeva la nuova corporate identity proposta dall’azienda: il blu corrispondeva alla tecnologia, la farfalla alla libertà, i due volti al dialogo e l’interattività.

Logo Rai Farfalla Anni 2000

Dieci anni dopo, col digitale terrestre, sparisce la farfalla, al suo posto arriva il quadrato disegnato. Insieme al logo, vengono ideati dei riquadri bianchi semitrasparenti che possano essere visti senza difficoltà anche sui televisori al plasma e in formato 16:9. In questo caso, il nome del canale è inserito in un quadrato davanti a un cielo azzurro con qualche nuvola.

Stavolta, invece, l’agenzia creativa della Rai ha deciso di racchiudere le novità in un video.

Nel caso di Rai 1 è stato scelto un blu più caldo e sono state eliminate le animazioni con le nuvolette, per Rai 2 ai mosaici di immagini vengono preferite forme geometriche che si intersecano. Per quanto riguarda altre due reti, Rai 3 e Rai 4, il cambiamento più grande si ha nei colori: quello di Rai3 diventa un verde più chiaro; per l’altro, invece, si passa dal magenta al viola. Il carattere utilizzato per i testi abbinati al logo è il Neue haas grotesk. 

Un design semplice e pulito che, secondo l’azienda, «definirà un’immagine più coerente ed efficace» e che presto arriverà anche sugli altri canali, seguito dal 3d a partire da gennaio.