Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
L’ex Ceo di Starbucks Howard Schultz ha deciso di candidarsi alle presidenziali Usa 2020
Il fondatore della multinazionale americana Howard Schultz avrebbe deciso di partecipare alle presidenziali Usa 2020, tanto che starebbe già preparando la campagna elettorale. Il New York Times precisa che, prima della decisione definitiva, il manager sarà impegnato nel tour per la promozione del memoir From the Ground Up. Nonostante una ricchezza stimata in 3,3 miliardi di dollari e il successo di Starbucks, Schultz (protagonista della storia di copertina su Studio n.30) dovrebbe affrontare diverse difficoltà come candidato indipendente, tuttavia si mostra fiducioso, dal momento che «molti repubblicani e democratici cercano una casa». I Democratici contrastano l’ipotesi della sua candidatura, convinti che provocherebbe una dispersione dei voti: «Non farlo» è stato, ad esempio, il commento lapidario di Tina Podlodowski, presidente del partito a Washington. Shultz respinge l’ipotesi di un’affiliazione al partito dell’asinello, perché «è spostato troppo a sinistra» e programmi quali «l’università gratuita rappresentano una narrazione falsa quanto quella del muro, dunque dovremmo dire la verità su ciò che non possiamo permetterci mantenendo comprensione ed empatia». L’ex Ceo di Starbucks si è sempre distinto per le politiche aziendali progressiste, che prevedevano numerosi benefit per i dipendenti.
Schultz potrebbe non essere l’unico miliardario a partecipare alla competizione elettorale, visto che anche il tycoon ed ex sindaco newyorchese Michael Bloomberg potrebbe partecipare alle primarie democratiche; figure di questo profilo sembrano contrapporsi ai candidati come Elizabeth Warren o Bernie Sanders, dichiaratamente contrari alle campagne dei “billionaries”. Il paragone più immediato con l’ipotesi della corsa di Schultz è quello di Ross Perot, il magnate dell’elettronica texano che si candidò alla presidenziali nel 1992 e 1996, arrivando nel primo caso al 19% dei voti popolari senza, tuttavia, ottenere quelli decisivi dei grandi elettori. Il diretto interessato considera però sbagliati i paragoni con il passato: «Questo è un momento molto diverso per l’America, in termini sia di divisione sia della necessità di unire il Paese», ha detto al NYT.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.