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21:14 martedì 16 dicembre 2025
La Spagna introdurrà un abbonamento mensile di 60 euro per viaggiare con tutti i mezzi pubblici in tutto il Paese È il secondo Paese in Europa che prende un'iniziativa simile: prima c'era stata la Germania, il cui abbonamento mensile costa anche meno.
Amazon installerà nei Kindle una AI che ti spiega i libri se non li hai capiti
 La nuova funzione si chiama "Ask This Book” e servirà ai lettori confusi, distratti o non proprio sveglissimi.
Il distributore americano Neon ha organizzato una proiezione per soli manager di No Other Choice di Park Chan-wook, che è un film su un uomo che uccide manager Con tanto di lettera indirizzata a tutti i Ceo delle aziende Fortune 500, invitati a vedere il film il 17 dicembre a New York alle ore 17 locali.
Zohran Mamdani ha fatto una performance in un museo di New York invitando i cittadini a dirgli quello che vogliono da lui Ispirandosi alla celebre performance di Marina Abramović, il sindaco ha offerto colloqui di tre minuti a chiunque volesse parlargli.
Negli anni ’60 la Cia ha perso un ordigno nucleare sull’Himalaya e ancora non l’ha ritrovato Nel 1965, sulla vetta di Nanda Devi, l'intelligence americana ha perso un dispositivo alimentato a plutonio. È ancora lì, da qualche parte.
Cosa c’è nei primi sei minuti dell’Odissea di Christopher Nolan che sono già stati mostrati nei cinema americani Questo "prologo" è stato proiettato in diverse sale negli Usa e ovviamente è già stato piratato e diffuso online.
I Talebani in Afghanistan hanno un nuovo nemico: i giovani che si vestono da Peaky Blinders Quattro ragazzi di 20 anni sono stati sottoposti a un «programma di riabilitazione» dopo aver sfoggiato outfit ispirati a Tommy Shelby e compari.
Il neo Presidente del Cile José Antonio Kast ha detto che se Pinochet fosse ancora vivo voterebbe per lui Ed evidentemente anche questo è piaciuto agli elettori, o almeno al 58 per cento di quelli che hanno votato al ballottaggio e che lo hanno eletto Presidente.

Speciale House of cards

L'intervista al creatore, un'inchiesta sullo streaming a pagamento e un ritratto di Kevin Spacey: approfondimento sulla serie televisiva diventata fiore all'occhiello di Netflix e trasmessa in Italia su Sky Atlantic.

14 Maggio 2014

«House of Cards non è una serie sulla politica, ma sul potere; non credo che sia la politica a essere corrotta a prescindere, è la sete di potere che la deforma fino ad allontanarla completamente dal suo scopo originario»: l’essenza della serie televisiva targata Netflix e approdata in Italia il 9 aprile su Sky Atlantic è tutta racchiusa nelle parole del creatore Beau Willimon. House of Cards, a cui abbiamo dedicato due articoli nel numero 19 della nostra rivista, nonché uno più breve sul sito, è un political drama impersonato da un deputato machiavellico interpretato da Kevin Spacey, mentre sullo sfondo scorre la Washington contemporanea.

Secondo alcuni,  House of Cards è il fiore all’occhiello di una rivoluzione che ha elevato le modalità di fruizione della web Tv a elemento essenziale nella messa a punto sia della produzione che della distribuzione. I gusti e le abitudini degli utenti vanno studiati prima di confezionare una serie e Netflix in questo sarà sicuramente ricordata come pioniera. La web Tv ha incrociato i dati prodotti da un complesso algoritmo per prevedere che un prodotto come House of Cards avrebbe funzionato. Le prime tredici puntate sono state diffuse in contemporanea perché la maggior parte delle persone che guarda serie online tende a vedere più episodi uno dopo l’altro. Ma quelli di House of Cards non sono episodi, piuttosto capitoli: su Internet, dove gli utenti possono interrompere il prodotto e tornare indietro di qualche scena, le raffinatezze che in Tv rischierebbero di non essere colte possono essere inserite. E l’intero prodotto può essere concepito proprio come un lungo romanzo suddiviso in capitoli.

Scrivere di politica, scrivere per lo streaming

Intervista a Beau Willimon, il creatore della serie che ha superato ogni aspettativa di successo. Basti pensare che, alla vigilia della seconda stagione di House of Cards, persino Barack Obama ha pregato i suoi follower di non spoilerare. Willimon ci ha raccontato perché la storia d’amore di una coppia machiavellica è apprezzata dal pubblico e come tra i politici serpeggi sempre una «spietata ambizione». Dal n. 19 di Studio.

Netflix contro tutti

È nata nel 1997 come società che affittava Dvd per posta. Oggi ha 44 milioni di abbonati ed è la più grande web Tv del mondo. L’evoluzione e il successo sono passati attraverso la capacità di offrire al pubblico ciò che ancora non sapeva di desiderare, il primo caso di peering a pagamento nella storia del web e l’ingresso nel vecchio continente. Ma non ancora nei confini italiani, dove Mediaset e Sky hanno iniziato a esplorare il mercato online dello streaming. Dal n. 19 di Studio.

Kevin Spacey, sociopatico definitivo

Si è calato nei panni di psicotico omicida e padre arrapato. In House of Cards l’attore hollywoodiano interpreta invece Frank Underwood, un mefistofelico majority whip del Congresso. Ha detto che dieci anni fa nessun agente gli avrebbe mai permesso di recitare per la Tv dopo due Oscar, «figuriamoci per qualcosa in streaming». Eppure Spacey la sua sfida l’ha vinta, senza allontanarsi troppo dal tratto sociopatico che accomuna tutti i suoi personaggi. Dal sito.

Immagini a cura di Jacopo Marcolini

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