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Quentin Tarantino ha detto che Paul Dano è un attore scarso e i colleghi di Paul Dano hanno detto che Quentin Tarantino farebbe meglio a starsene zitto Tarantino lo ha accusato di aver “rovinato” Il petroliere, definendolo «un tipo debole e poco interessante».
Già quattro Paesi hanno annunciato il boicottaggio dell’Eurovision 2026 dopo la conferma della partecipazione di Israele Spagna, Paesi Bassi, Irlanda e Slovenia hanno annunciato la loro intenzione di boicottare questa edizione se davvero a Israele verrà permesso di partecipare.
Pantone è stata accusata di sostenere il suprematismo bianco perché ha scelto per la prima volta il bianco come colore dell’anno L'azienda ha spiegato che dietro la scelta non c'è nessuna intenzione politica né sociale, ma ormai è troppo tardi, la polemica è esplosa.
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Lily Allen distribuirà il suo nuovo album anche in delle chiavette usb a forma di plug anale Un riferimento a "Pussy Palace", canzone più chiacchierata di West End Girl, in cui racconta come ha scoperto i tradimenti dell'ex marito, l'attore David Harbour.
Dario Vitale lascia Versace, appena nove mesi dopo esserne diventato direttore creativo Era stato nominato chief creative officer del brand, appena acquisito dal gruppo Prada, a marzo di quest'anno.
L’unica tappa italiana del tour di Rosalìa sarà a Milano, il 25 marzo Sono uscite le date del tour di Lux: partirà il 16 marzo 2026 da Lione e si chiuderà il 3 settembre a Portorico.
Secondo una ricerca, l’inasprimento delle leggi sull’immigrazione in Europa sta facendo aumentare e arricchire i trafficanti di essere umani Il Mixed Migration Centre ha pubblicato un ampio studio in cui dimostra che le politiche anti immigrazione stanno solo aggravando il problema che avrebbero dovuto risolvere.

Fotografare Hong Kong

L'autore Lele Saveri ha scattato quasi per caso le immagini delle barricate durante le proteste del 2014 e ne ha fatto un libro. Poi nel 2019 è tornato nell’ex colonia britannica precipitata nel caos.

di Studio
20 Marzo 2020

Nell’ottobre del 2014 il fotografo Lele Saveri si trova a Hong Kong quando migliaia di persone, guidate da un gruppo di studenti, scendono in strada contro la riforma elettorale dando vita a quella che conosceremo come la Rivoluzione degli ombrelli. Ne viene fuori un libro fotografico che per volere dell’autore esce solo cinque anni dopo (Barricades, Humboldt Books, 2019, testo introduttivo di Joshua Wong), da cui sono tratte alcune immagini che pubblichiamo in queste pagine. Le altre immagini sono invece state scattate da Saveri nel 2019, quando il fotografo italiano decide di tornare ad Hong Kong per fotografare e filmare il riesplodere delle proteste, documentando l’evoluzione estetica, tattica e ideale del movimento studentesco locale.

ⓢ Perché un libro fotografico sulle proteste di Hong Kong? Cosa ti interessava documentare e ricercare?
A essere onesti non è stato un progetto premeditato. Nel 2014 ero stato invitato da un 
gruppo di editori indipendenti a condurre 
dei workshop sul self-publishing e le fanzine,
 assieme al fotografo Tobin Yelland. Avremmo passato tre settimane ad Hong Kong, ed 
una a Guangzhou, in Cina. Per caso, una settimana prima del nostro arrivo, gli studenti
 avevano iniziato la protesta, che quindi è proseguita tutto il tempo della nostra permanenza. I metodi di protesta degli studenti, capitanati da un piccolo gruppo di giovanissimi fra i 17 e i 19 anni, mi restituirono un gran senso di libertà e speranza nei confronti del futuro ed in generale verso la potenza che possono esprimere le proteste quando sono pacifiche. Per mia scelta artistica e personale decisi di attendere qualche anno prima di pubblicare il progetto, per cercare di distanziarlo in qualche modo dalla semplice documentazione giornalistica. Il caso volle che a distanza di circa un mese dalla stampa del libro, l’anno scorso, sono esplose le nuove proteste, questa volta con un’attitudine molto più violenta, motivo che mi ha spinto a tornare a Hong Kong per documentare.

ⓢ Hai trovato quello che ti aspettavi e avevi già visto nel 2014 o altro?

Tornando nel 2019 ho trovato più o meno ciò che avevo già compreso leggendo stampa internazionale, tranne una cosa: l’aspetto personale della protesta, e la profonda dedizione dei partecipanti.

ⓢ Puoi tornare un attimo sulle differenze fra 2014 e il 2019?

Come spiegavo prima, principalmente la natura violenta delle nuove proteste, contro l’idea di assoluto pacifismo del 2014. C’è poi il fatto che ora sono al corrente di ciò che accadde durante la prima protesta, e del modo in cui lo stato cinese fece credere ai protestanti di voler trovare un accordo, ma in realtà nulla fu concesso. In sostanza, ho trovato molta più determinazione e molta meno illusione.

ⓢ Qual è secondo te la potenza simbolica di quello che hai visto? Cosa ti resta di questo lavoro?
Ciò che m’interessava rappresentare era la persistenza dei protestanti e l’importanza del non dover mai abbandonare la propria battaglia, anche quando si sviluppa contro una potenza visibilmente superiore. Personalmente, spero sinceramente che ciò che sta accadendo porti a qualche tipo di risultato; ne sono piuttosto convinto, anche se non direttamente visibile nel prossimo futuro. Sono dell’idea che una protesta possa essere efficace in modo indiretto, semplicemente dando un esempio di forza e coraggio ad altri. Si vedono già risposte in altre parti del mondo, Cile, Libano, Iraq, e sono sicuro che la notizia si sia ben diffusa anche fra i giovani del resto della Cina, dove spero in futuro il popolo abbia il coraggio di opporsi alla crescita sproporzionata di Xi Jinping.

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