Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.
In Giappone c’è un giornale realizzato da e per gli auto-reclusi
Da quando il caso degli hikikomori, le persone che si isolano da tutto restando chiuse nelle proprie stanze per lunghi periodi (decenni, a volte), è stato descritto da un documentario della Bbc nel 2002, quindi ripreso dai media internazionali, si è diffusa una percezione decisamente negativa di questi eremiti contemporanei, alle prese con rabbia, maltrattamenti ai genitori, addirittura maggiore propensione ai crimini. Tuttavia dal novembre 2016, scrive Atlas Obscura, il giornale Hikikomori News (Hikikomori Shimbun, in giapponese), pensato da e per gli hikikomori, cerca di contrastare la narrazione univoca del problema, specialmente per aiutare chi ne soffre. È stato ideato dall’ex recluso Naohiro Kimura, che dopo aver viaggiato nel Paese e averne vendute 6000 copie in pochi mesi, continua a pubblicare profili personali, indirizzi di comunità, in generale notizie rivolte ai diretti interessati e ai loro familiari. Il 34enne di Tokyo dirige la testata sia digitale sia cartacea contando su oltre 100 collaboratori, quasi tutti ex o attuali hikikomori.
Il magazine punta sull’analisi approfondita, dall’interno, di quelle dinamiche trattate spesso dai media con approssimazione: ad esempio, ha dedicato un numero alle donne quando si credeva che fosse una patologia soltanto maschile; oppure, dopo l’uscita di un sondaggio con la cifra di 540.000 hikikomori tra i 15 e i 40 anni, ha mostrato come ci siano decine di auto-segregati ben più maturi. Probabilmente questa negatività è legata all’incertezza generale sul tema: lo stesso termine si riferisce tanto alla “malattia” quanto alle persone che ne soffrono, senza chiarire inoltre se abbia caratteri psicologici, sociali o entrambi. Numerosi osservatori criticano l’eccessiva medicalizzazione della patologia, perché troppo approssimativa e fissa sull’immagine del «disagio mentale»; andrebbero invece considerati fattori quali la pressione delle famiglie, il bullismo, le rigide pratiche lavorative del Giappone, senza trascurare altri aspetti: l’antropologa Sachiko Horiguchi, ad esempio, ha evidenziato l’importanza di internet per gli hikikomori e scoperto come appartengano spesso a classi medio-alte, perché possono permettersi di non avere un reddito a lungo. Secondo Kimura, l’approccio ideale «combina la terapia con programmi che offrano occupazione, istruzione e formazione, per far uscire i reclusi dall’isolamento»; proprio il suo giornale, oltre ad aiutare centinaia di migliaia di hikikomori, è «tra i pochi modi in cui questi ultimi possano rapportarsi con il mondo esterno».

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.

Reportage dalla "capitale del sud" dell'Ucraina, città in cui la guerra ha imposto un dibattito difficile e conflittuale sul passato del Paese, tra il desiderio di liberarsi dai segni dell'imperialismo russo e la paura di abbandonare così una parte della propria storia.