Hype ↓
16:59 lunedì 1 dicembre 2025
La Tv argentina ha scambiato Gasperini per il truffatore delle pensioni che si era travestito da sua madre Un meme molto condiviso sui social italiani è stato trasmesso dal tg argentino, che ha scambiato Gasperini per il Mrs. Doubtfire della truffa.
La parola dell’anno per l’Oxford English Dictionary è rage bait Si traduce come "esca per la rabbia" e descrive quei contenuti online il cui scopo è quello di farci incazzare e quindi interagire.
A giudicare dai nomi in gara, Carlo Conti vuole che Sanremo 2026 piaccia soprattutto ai giovani Tanti nomi emergenti, molto rap e veterani al minimo: è questo il trend di Sanremo 2026, pensato per un pubblico social e under trenta.
I dazi turistici sono l’ultimo fronte nella guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa Mentre Trump impone agli stranieri una maxi tassa per l'ingresso ai parchi nazionali, il Louvre alza il prezzo del biglietto per gli "extracomunitari".
Papa Leone XIV ha benedetto un rave party in Slovacchia in cui a fare da dj c’era un prete portoghese Il tutto per festeggiare il 75esimo compleanno dell'Arcivescovo Bernard Bober di Kosice.
I distributori indipendenti americani riporteranno al cinema i film che non ha visto nessuno a causa del Covid Titoli molto amati da critici e cinefili – tra cui uno di Sean Baker e uno di Kelly Reichardt – torneranno in sala per riprendersi quello che il Covid ha tolto.
La presidente della Tanzania Samia Suluhu Hassan ha nominato il nuovo governo e ha fatto ministri tutti i membri della sua famiglia In un colpo solo ha sistemato due figlie, un nipote, un genero, un cognato e pure un carissimo amico di famiglia.
Sally Rooney ha detto che i suoi libri potrebbero essere vietati in tutto il Regno Unito a causa del suo sostegno a Palestine Action E potrebbe addirittura essere costretta a ritirare dal commercio i suoi libri attualmente in vendita.

Non ti hanno preso a Harvard?

L'Ivy League e il web. Gli atenei che lanciano corsi online e un progetto rivale a "basso" costo

03 Maggio 2012

Chicago – Lo scorso anno accademico si è chiuso per Harvard con la minor percentuale di ammessi dall’anno della sua fondazione nel 1636: il 5,9 per cento. Scenario simile in tutte gli altri istituti Ivy League (l’associazione che riunisce otto degli atenei privati più prestigiosi degli Stati Uniti) dove le classi sono ormai piene fino all’orlo. Anche investire e fare spazio a un maggior numero di studenti non conviene. Per esempio quando Yale, nel 2010, decise di creare 250 nuovi posti, il costo fu di ben 250 milioni di dollari, un milione ciascuno– troppo per valerne la pena, almeno dal punto di vista economico.

L’Ivy League è satura. Da questo dato è nata l’idea di Ben Nelson, ex Ceo di Snapfish (quindi mentalità Silicon Valley), di creare per il 2014 un’università di eccellenza dello stesso livello delle Ivy che farà dell’insegnamento tramite Internet il proprio cavallo di battaglia. Con l’obiettivo di attrarre «tutti quegli studenti con le stesse capacità degli allievi delle Ivy League che però a causa del limitato numero di posti non sono riusciti ad accedervi», racconta lo stesso Nelson in una conversazione con Studio. Ci sarà però una fondamentale differenza: la selezione di Minerva sarà attuata «senza dare importanza a capacità sportive o paese d’origine del candidato», una frecciatina neanche troppo velata ai più prestigiosi concorrenti che di fronte a due studenti con uguali capacità – per ammissione stessa degli istituti l’85 per cento degli studenti ha tutti i requisiti per essere ammessi – utilizzano criteri di scelta discriminatori come genitori che a loro volta hanno frequentato l’ateneo o la facoltà di fare donazioni in un futuro non troppo lontano.

Anche il costo di Minerva farà tirare sospiri di sollievo ai suoi studenti. La retta sarà infatti di ventimila dollari all’anno rispetto agli oltre quarantamila che mediamente si pagano per entrare in una Ivy (e non solo). Per di più vi sarà il vantaggio, garantito dall’utilizzo del web, della delocalizzazione grazie alla quale gli studenti, almeno per il primo anno, potranno seguire il corso dove più gli conviene. Al secondo anno invece i corsi saranno concentrati in tre principali centri: uno in Europa, uno negli Stati Uniti e l’ultimo in Asia, si presume per incentivare quel confronto fisico e intellettuale così vitale per stimolare idee e iniziative, anche se Nelson afferma deciso che «le possibilità di interazione garantita dalle classi on-line è molto maggiore rispetto a quella delle aule tradizionali». Alla guida dell’ambizioso istituto sono stati scelti nientemeno che Larry Summers, ex segretario del Tesoro americano oltre a ex rettore di Harvard e Bob Kerry, ex Senatore democratico nonché ex rettore della New School di New York (dove però, a dire il vero, non fu molto apprezzato da studenti e professori) mentre tra i finanziatori spiccano i venture capital di Benchmark che annovera nel suo portafoglio di investimenti E-Bay e Twitter e il 3 aprile scorso ha impegnato un primo round di ben 25 milioni di dollari nel progetto.

Ma non basta una buona idea per effettivamente diventare la prima e-Ivy d’America perché i problemi da affrontare sono diversi. Primo. Il prestigio delle Ivy League stesse oltre che dai professori di fama internazionale, deriva da una tradizione centenaria e una cultura di difficile imitazione. E, non ultimo, dall’eccellenza degli studenti e dalla selettività del processo di ammissione: Harvard è Harvard anche perché è così difficile essere ammessi.

Secondo. I servizi universitari on-line sono tutt’altro che nuovi e alcuni, anche se bisogna ammettere che la maggioranza sono mediocri, sono di eccellenza. Primo tra tutti è l’esperimento di Open Yale, lanciato nel lontano 2008 dall’omonima università e tutt’ora fruibile via iTunes e YouTube, che sul web mette a disposizione seminari accessibili a tutti. Assai più recentemente ha lanciato un progetto simile anche un’altra Ivy, Upenn. Su questo punto, Nelson ribatte: «Minerva non offrirà corsi di livello base [Open Yale offre per la grande maggioranza lezioni introduttive, nda], ma chiederà agli studenti di pagare soltanto per quei corsi che non si possono trovare gratuitamente sul web». Un progetto ben pensato e interessante che, almeno oltre oceano, sta facendo parecchio discutere e rappresenta un importante barometro per capire la direzione in cui l’istruzione nell’era di Internet potrebbe muoversi. L’America infatti anche a causa del crepuscolo della sua industria pesante, punta sempre più sul settore high-tech e sull’istruzione (il così detto capitale umano) per rimanere competitiva nel mondo. L’Europa, vista la crisi, potrebbe presto seguire.

Articoli Suggeriti
Social Media Manager

Leggi anche ↓
Social Media Manager

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.