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Israele vuole cancellare la versione israeliana degli Oscar perché ha vinto un film che parla di un ragazzino palestinese Anche perché, vincendo, The Sea è automaticamente candidato a rappresentare Israele agli Oscar per il miglior film internazionale.
Il candidato della Francia all’Oscar per il Miglior film internazionale è un film ambientato in Iran, che parla di Iran e diretto da un iraniano Dalla Palma d’Oro a Cannes alla candidatura francese agli Oscar, il viaggio di Jafar Panahi attraverso le crepe della politica e del cinema
Sulla tv del ministero della Difesa russo c’è uno show fatto con l’AI che trolla i politici stranieri Macron con i bigodini rosa, Trump che parla di gabinetti dorati, von der Leyen in versione soviet: questo il meglio che la "satira" russa offre.
Il late show di Jimmy Kimmel è stato sospeso per dei commenti di Kimmel su Charlie Kirk Commenti che però Jimmy Kimmel non ha mai fatto.
Nel nuovo film di Carlo Verdone ci sarà anche Karla Sofía Gascón, la protagonista caduta in disgrazia di Emilia Pérez La notizia ha permesso a Scuola di seduzione di finire addirittura tra le breaking news di Variety.
Enzo Iacchetti che urla «Cos’hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni» è diventato l’idolo di internet Il suo sbrocco a È sempre Cartabianca sul genocidio a Gaza lo ha fatto diventare l'uomo più amato (e memato) sui social.
Ci sono anche Annie Ernaux e Sally Rooney tra coloro che hanno chiesto a Macron di ripristinare il programma per evacuare scrittori e artisti da Gaza E assieme a loro hanno firmato l'appello anche Abdulrazak Gurnah, Mathias Énard, Naomi Klein, Deborah Levy e molti altri.
Per Tyler Robinson, l’uomo accusato dell’omicidio di Charlie Kirk, verrà chiesta la pena di morte  La procura lo ha accusato di omicidio aggravato, reato per il quale il codice penale dello Utah prevede la pena capitale. 

Sono state annunciate le nomination ai Golden Globe 2022

13 Dicembre 2021

Sono arrivate le nomination dell’edizione 2022 dei Golden Globe, la 79esima edizione dei premi assegnati dalla Hollywood Foreign Press Association, l’associazione che raccoglie i giornalisti e i fotografi che raccontano l’industria dell’intrattenimento americana per le testate straniere. Non ci sono grandi sorprese, le aspettative sono state grossomodo rispettate: per quanto riguarda i film si era capito che questo sarebbe stato l’anno de Il Potere del cane e di Belfast, che infatti ottengono entrambi sette nomination tra cui quella nella categoria “Miglior film drammatico” (dove ci sono anche King Richard, Dune e CODA). Nella categoria “Best Picture, Musical or Comedy”, invece, sembra esserci un po’ di equilibrio in più: tra West Side Story di Spielberg, Licorice Pizza di Paul Thomas Anderson, il superfilm Netflix Don’t look up e Tick, tick… Boom (un altro prodotto Netflix ma dall’aspetto decisamente più “indie” rispetto a Don’t look up) è difficile scegliere un favorito. Per i premi dedicati alle serie tv, tutti si aspettavano Succession e alla fine è stato Succession: con cinque nomination è lo show televisivo che quest’anno può vincere più premi, gli avversari più temibili sono Ted Lasso e The Morning Show (entrambi prodotti da Apple). Nella categoria “Miglior film straniero” c’è È stata la mano di Dio di Sorrentino. Se gli addetti ai lavori hanno ragione, ai Golden Globe vedremo il primo round di quello che molti pensano sarà il duello anche per l’Oscar al miglior film straniero: Drive my car, il candidato giapponese, adattamento del romanzo omonimo di Haruki Murakami, pare sia l’avversario più quotato. In ogni caso, l’elenco completo della candidature lo potete trovare sul sito dei Golden Globe.

Come ormai da tradizione, anche quest’anno i Globe sono stati al centro delle polemiche. Qualche mese fa, la Hollywood Foreign Press Association si è ritrovata al centro dello scandalo del giorno per il fatto di non avere neanche un giornalista o fotografo nero tra i suoi cento e più esponenti. Da quel momento l’Associazione è corsa al riparo e ha provato a darsi una struttura più “rappresentativa”. Non solo questo: negli ultimi anni la serietà di questi premi è stata messa fortemente in discussione per via di pratiche, per così dire, eticamente non commendevoli. I giurati avrebbero, per esempio, accettato costosi regali da parte dei produttori di Hollywood in cambio di un voto a favore di questa o quella serie, questo o quel film. E quindi ora l’associazione è stata costretta a darsi una sorta di nuovo “codice etico” che proibisce ai membri di accettare regali o di farsi pagare i viaggi da terzi. Tutti questi scandali hanno diminuito il prestigio dei Golden Globe, un tempo considerati una vera e propria anticipazione degli Oscar, un’indicazione di cosa sarebbe successo agli Academy Awards. In questo senso è simbolica la decisione della Critics Choice Association, che quest’anno annuncerà le candidature ai suoi premi a poche ore di distanza dall’annuncio delle nomination ai Golden Globe. Fino a pochi anni questa “sovrapposizione” sarebbe stata impensabile.

Eppure i Globe ci stanno provando a riprendersi almeno un po’ del prestigio perduto. La presidente dell’associazione, Helen Hoehne, ha detto che «negli ultimi otto mesi abbiamo lavorato senza sosta per migliorarci. Abbiamo 21 nuovi membri e abbiamo così costruito la giuria più ampia e “diverse” mai vista nei 79 anni della nostra storia. Non solo abbiamo così rinnovato il nostro punto di vista, ma ci siamo anche garantiti nuove idee che, in futuro, ci permetteranno di continuare a evolvere».

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Parliamo di It Was Just An Accident di Jafar Panahi, già vincitore della Palma d'oro all'ultimo Festival di Cannes.

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Robert Redford, la star politica di un mondo che non c’è più

Dalla vita ha avuto tutto: fama, bellezza, successo, ricchezza, riconoscimento. Ma erano altre le cose che gli importavano: la democrazia, il cinema indipendente, le montagne dello Utah, e opporsi a un'industria che ormai disprezzava.

È morto Robert Redford, una leggenda del cinema americano

Aveva 89 anni, nessun attore americano ha saputo, come lui, fare film allo stesso tempo nazional popolari e politicamente impegnati.

Tra i candidati a rappresentare l’Italia all’Oscar per il Miglior film internazionale ci sono praticamente tutti i film italiani usciti quest’anno

Tranne La grazia di Paolo Sorrentino, ma non per volontà: la sua assenza è solo una questione burocratica.