Attualità

Nuovo giallo italiano, anche se non italiano

Con L'étrange couleur des larmes de ton corps una coppia di giovani registi (francesi, vivono in Belgio) rende onore al Grande Giallo Italiano con un piccolo gioiello che va oltre l'omaggio.

di Federico Bernocchi

Tra tutte le riviste di cinema che escono e sono uscite in Italia, ce n’è una a cui rimango incredibilmente affezionato. Essere affezionato a una rivista, vuol dire che gli perdoni quasi tutto. Lo fai in virtù del fatto che i pregi, soprattutto sulla lunga distanza, sono di gran lunga superiori ai difetti. Per me questa rivista è Nocturno. L’hanno fondata vent’anni Manlio Gomarasca e Davide Pulici. Inizialmente era una vera e propria fanzine corsara, molto simile per certi aspetti a quelle punk che circolavano in Italia nello stesso periodo. Col tempo è diventata una vera e propria rivista, di quelle che si trovano nelle edicole. Questo passo in avanti (se così vogliamo considerarlo) è stato possibile perché Nocturno, inutile negarlo, ha cambiato il modo di intendere e fare critica cinematografica nel nostro Paese. Sono stati loro i primi che hanno parlato con cognizione di causa di tutto quel cinema popolare che il mondo ci invidia e che noi invece abbiamo cominciato a considerare solo dopo l’avvento di San Tarantino. Loro, molto tempo prima, avevano già capito tutto. Per loro quel cinema che da decenni era stato spernacchiato da chiunque, era una ragione di vita. Mentre per la critica ufficiale l’approssimazione era (ed è) la prassi, i ragazzi di Nocturno mettevano (e mettono) sul piatto una conoscenza pressoché infinita della materia. Recensioni di pellicole mai sentite nominare, approfondimenti e interviste a oscuri e misteriosi registi, speciali su caratteristi che hanno attraversato la Storia del cinema senza che nessuno se ne accorgesse. Questo è quello che interessa a Nocturno. Questo e tutto quel cinema che possiamo per comodità definire “di genere”. Dall’action all’horror, passando dal poliziesco all’erotico. Ma non solo quello del passato. Anche quello che esce in sala oggi. (Il più delle volte non esce in sala solo in Italia, ma questo è un altro discorso.) Il tutto fatto con amore. Che può sembrare una sciocchezza o una cosa da romantici, ma non è così. Ok, ha una grafica e un’impaginazione orribile. Ok, ogni tanto si chiudono troppo in loro stessi e sembrano non voler uscire da una nicchia/gabbia dorata che si sono cuciti loro stessi addosso. Tutto quello che volete. Ma per me non esiste altra rivista capace di farti venire una voglia immediata, viscerale, totalizzante di vedere quel film di cui hai appena letto.

Il loro primo lungometraggio era un vero e proprio atto d’amore nei confronti di quello che viene chiamato il Giallo italiano. I vecchi film di registi come Dario Argento, Mario Bava, Lucio Fulci, Antonio Margheriti, Mario Caiano.

E così mi è successo dopo aver letto la recensione di L’étrange Couleur des Larmes de Ton Corps a firma di uno di due fondatori, Davide Pulici, su un numero di qualche mese addietro. Il titolo del film lo possiamo tradurre come Lo Strano Colore della Lacrime del Tuo Corpo ed è l’opera seconda di Hélène Cattet e Bruno Forzani, coppia di registi francesi di stanza a Bruxelles. Parliamo di due ragazzi che hanno già lavorato insieme su un episodio del (deludente) film horror The ABC’s of Death, ma che soprattutto abbiamo imparato a conoscere con Amer. Il loro  primo lungometraggio era un vero e proprio atto d’amore nei confronti di quello che viene chiamato il Giallo italiano. I vecchi film di registi come Dario Argento, Mario Bava, Lucio Fulci, Antonio Margheriti, Mario Caiano. La cosa interessante di quel film è che non si limitava ad essere un semplice omaggio. Tornano al discorso di Nocturno. Il grande pregio della rivista rimane per me quello di aver fatto scoprire alla gran parte dei suoi lettori (e non solo) che il Cinema in Italia non è stato fatto solo ed unicamente da quelli che tutti noi sappiamo essere degli Autori. Tutti i registi che abbiamo appena citato hanno creato un vero e proprio stile molto riconoscibile e che per ora rimane inimitabile. Anche se abbiamo ormai definitivamente sdoganato e (forse) accettato pellicole come, primo titolo che mi viene in mente, Non Si Sevizia Un Paperino, rimangono episodi isolati e fermi nel tempo. Oggi non esiste in Italia nessuno che omaggi quel tipo di cinema. E con omaggiare non intendo copiare. Quello sì, qualcuno lo fa. Vedi l’inizio de La Solitudine dei Numeri Primi o l’ultimo film di Federico Zampaglione, Tulpa. Con “omaggiare” intendo ispirarsi; costruire una scuola di cinema che abbia quel coraggio espressivo e che abbia anche il coraggio di raccontare storie che hanno a che fare con il Nero. Da noi quel tipo di Cinema esiste solo per essere citato con un’aria di “formidabili quegli anni”. Nostalgia e ricordi vintage.

Hélène Cattet e Bruno Forzani invece hanno fatto un’operazione differente. Hanno preso quel cinema, ne hanno estratto un distillato e l’hanno utilizzato per fare i loro film. Amer era un omaggio (nel senso canonico del termine) al Giallo, ma in qualche modo si spingeva oltre. Quasi interamente disinteressati alla storia, i due costruivano un film che, grazie alle proprie atmosfere, evocava più che omaggiare. Guardare Amer è un po’ come ritrovare dei vecchi amici e constatare che nel frattempo sono cambiati. Sono loro, senza più esserlo. C’è tutto quello che c’è in un Giallo ma smontato e ricostruito in un’altra forma. Qualche vostro amico qui utilizzerebbe la parola “postomderno”. Un esperimento più vicino a certo cinema d’arte che al cinema di fiction, con qualche limite, ma molto interessante. Tant’è che il nome dei due registi ha cominciato a circolare non solo nell’ambito degli appassionati di genere, ma anche tra un pubblico più ampio. Il loro secondo film, per l’appunto L’étrange Couleur des Larmes de Ton Corps, ha avuto un’anteprima al Locarno nel 2013, ha già girato metà dei festival di cinema del pianeta e addirittura un sito come Indiewire, lo indica come uno dei papabili candidati tra i Migliori Film Stranieri ai prossimi Oscar.

Un esperimento cinematografico talmente vitale e folle che riesce a staccarsi definitivamente da qualsiasi zavorra. Se uscisse in Italia al cinema ci sarebbe da andare a fare la coda per vederlo su grande schermo più e più volte di seguito.

Cattet e Forzani riprendono quanto detto in Amer e lo trasformano ancora una volta in qualcosa di diverso, di nuovo. Raramente mi è capitato di essere così coinvolto ed eccitato dal punto di vista visivo di fronte a un film. La padronanza del genere da parte dei due registi è tale da permettere loro di diventare quasi astratti. Se ancora una volta è chiaro da dove arrivino tutte le immagini e le ossessioni che ritroviamo nel film, questa volta – a differenza del loro lavoro precedente – si è meno derivativi. I due, più di qualsiasi studioso o appassionato di genere, hanno capito quali sono le sensazioni, i sentimenti, che una visione del genere dovrebbero far scaturire nello spettatore. E lavorano proprio su quello, creando uno spettacolo che diventa multisensoriale. Non scherzo e non esagero: L’étrange Couleur des Larmes de Ton Corps è un film di cui potrete godere con i vostri occhi ma che sentirete sulla pelle e che dilanierà le vostre orecchie. Sembra non esserci limite alle invenzioni che i due registi riescono ad applicare a un genere cinematografico che, noi che l’abbiamo inventato, diamo per morto da almeno 30 anni. Un esperimento cinematografico talmente vitale e folle che riesce a staccarsi definitivamente da qualsiasi zavorra per volare altissimo e conquistare anche chi non ha mai visto un film di Argento in vita propria. Se uscisse in Italia al cinema ci sarebbe da andare a fare la coda per vederlo su grande schermo più e più volte di seguito. Ma probabilmente non uscirà, per cui toccherà spegnere le luci, tirare giù la tapparella e fare finta che il nostro schermo sia grande abbastanza.
 

Immagine: particolare della locandina di L’étrange couleur des larmes de ton corps (2013)