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Fare il sosia di Lenin nella Piazza Rossa

«Pago le tasse, sono un imprenditore privato» dice il signor Solovyov, 57enne russo che da 10 anni lavora nella Piazza Rossa di Mosca come sosia di Lenin, intrattenendo i turisti e facendosi pagare circa 200 rubli per ogni foto scattata. Dopo la rissa tra due dei sosia dei leader dell’Urss scoppiata lo scorso luglio, il Wall Street Journal ha intervistato alcuni dei personaggi che si contendono i visitatori di quello che una volta era il cuore della Russia comunista. C’è chi impersona Ivan il Terribile, lo Zar Nicola II, Karl Marx, ma sono i leader bolscevichi a riscuotere il maggior successo. Uno dei primi a comparire è stato “Fat Lenin”, mentre Solovyov viene chiamato “Tall Lenin” essendo molto più alto dell’originale.

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Solovyov racconta di un intero campionario di sosia, da “Gay Lenin” a “Drunk Lenin”, parlando poi della competizione, delle alleanze – proprio un “tradimento” di un’alleanza causò la scazzottata di luglio – della guerra dei prezzi che questi imitatori combattono fra loro, operando in una zona grigia della legge e spesso non pagando le tasse. Descrive come il suo amico Arsen facesse il tassista in Armenia quando, un giorno, un imitatore di Lenin è salito sul suo taxi dicendogli «prendi le tue cose, andiamo a Mosca». E da allora fa il suo stesso mestiere.

Non sono mancate le contestazioni, soprattutto da parte dei nostalgici del comunismo. «È molto dura star tutto il giorno in piedi. Ed è dura anche per il morale» dice Solovyov. «Ci urlano contro, dicendoci che bruceremo all’inferno per quello che stiamo facendo alla Russia» continua, e sottolinea come fare l’imitatore sia diventata una fonte di reddito con la quale riesce a guadagnare circa 12 mila rubli al mese (l’equivalente di 160 euro), lavorando saltuariamente.