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Exxon aveva previsto la crisi climatica già 50 anni fa

C’è chi ha sempre creduto nella verità scientifica della crisi climatica. Tra chi non ha mai dubitato del fatto che le emissioni derivate dell’uso dei combustili fossili fossero un pericolo per l’ecosistema terrestre c’è anche ExxonMobil, una delle più grandi aziende petrolifere del mondo. Secondo un recente studio riportato da Bbc, nel 1970 l’azienda commissionò una ricerca – a uso e consumo esclusivamente interno – per capire se davvero esistesse un legame tra le emissioni e il riscaldamento globale. Una ricerca che, a quanto pare, prevedeva il futuro climatico del pianeta con una precisione superiore persino a quella delle ricerche condotte all’epoca degli scienziati della Nasa.

Naomi Oreskes, professoressa di Storia della scienza ad Harvard e co-autrice della ricerca, ha dichiarato a Bbc News che questa scoperta è un’ulteriore conferma della «palese ipocrisia della dirigenza di ExxonMobil, che sapeva che i suoi stessi scienziati erano al lavoro su questo tipo di ricerche, che ne conosceva i risultati e che, però, ha sempre negato che i modelli usati per prevedere il futuro del clima fossero affidabili» (di questa storia avevamo parlato qui). Sempre a Bbc News, ExxonMobil ha respinto tutte le accuse mosse nei suoi confronti in seguito alla pubblicazione di questa ricerca. L’ufficio stampa dell’azienda ha diffuso un comunicato in cui ribadisce che «non è la prima volta che si parla di questa storia negli ultimi anni e la nostra risposta è sempre la stessa: coloro che dicono che “Exxon sapeva”, semplicemente, si sbagliano».

Un altro autore della ricerca, però, ha definito questa scoperta «la pistola fumante» nell’indagine sulle responsabilità climatiche delle aziende petrolifere. Geoffrey Supran, professore associato di Scienze e politiche ambientali dell’Università di Miami, infatti, ha detto che i dirigenti di Exxon sapevano che le emissioni avrebbero fatto salire la temperatura media della Terra di 0.2 gradi centigradi ogni dieci anni, e che si spesero molto per nascondere questa verità e «sviare l’opinione pubblica», mettendo in dubbio l’esistenza stessa dell’effetto serra. Secondo Supran, i modelli usati nella ricerca interna dell’azienda erano affidabili tanto quanto quelli usati da James Hansen, lo scienziato della Nasa che per primo, nel 1988, parlò pubblicamente di emergenza climatica.

Le scoperte di Oreskes e Supran sono state pubblicate su Science. Una delle rivelazioni di cui si sta discutendo di più in queste ore è quella secondo la quale la dirigenza di Exxon non solo era a conoscenza dalla veridicità e gravità della futura crisi climatica, ma era anche consapevole delle politiche necessarie a evitarla, in tutto o in parte. Nello scorso maggio, un tribunale del Massachusetts ha stabilito che Exxon dovrà affrontare un processo per stabilire se le accuse di “insabbiamento” sono vere.