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Massive Attack, Brian Eno, Fontaines D.C. e Kneecap hanno formato un’associazione per difendere gli artisti pro Palestina L'obiettivo è difenderli dalle minacce e dalle cause legali, soprattutto le band e i musicisti più giovani.
È morto lo scrittore di culto Gilberto Severini Nel 2011 era arrivato tra i finalisti allo Strega con il libro "A cosa servono gli amori infelici".
I due maggiori premi letterari giapponesi quest’anno non sono stati assegnati perché non c’erano romanzi abbastanza belli I prestigiosi premi Akutagawa e Naoki, da regolamento, hanno deciso di saltare l’annata perché nessun candidato meritava di essere premiato.
Adolescence è la serie più vista nel 2025 su Netflix, persino più di Squid Game La serie inglese domina la classifica dei contenuti originali più visti, confermandosi così l'evento televisivo dell'anno.
I meme e le fake news sul cold kiss-gate, la coppia di amanti beccata al concerto dei Coldplay, sono fuori controllo Andy Byron e Kristin Cabot, loro malgrado, sono diventati la coppia più famosa di tutta internet.
In Giappone hanno organizzato un torneo di Tekken 8 per gli anziani delle case di riposo Otto partecipanti, tra i 60 e i 90 anni, che hanno dimostrato inaspettato talento videoludico.
Zadie Smith farà il suo esordio da cantante nel nuovo album di Blood Orange Per ascoltarla dovremo aspettare il 29 agosto, data di uscita di Essex Honey.
L’Odissea di Nolan esce tra un anno ma la prevendita dei biglietti è già partita e ci sono anche i primi sold out Negli Usa e in Inghilterra le sale IMAX hanno finito i biglietti, a un anno esatto dall'uscita del film.

Time ha ricevuto molte critiche per aver nominato Elon Musk persona dell’anno

14 Dicembre 2021

Elon Musk ha smesso da tempo di essere un “semplice” protagonista del dibattito pubblico, un “banale” imprenditore visionario della Silicon Valley. Da anni, ormai, Musk è (spesso per volontà, per scelta, per colpa sua) l’oggetto della polemica. Divisivo, come si suol dire dell’effetto che alcuni personaggi riescono ad avere sull’opinione pubblica: da un lato ci sono i seguaci adoranti sempre e comunque, dall’altro gli oppositori duri e puri. Alla notizia della nomina di Musk come “Persona dell’anno 2021” della rivista Time, ovviamente è seguita la polemica. Questo nonostante Time abbia cercato in più modi di contestualizzare la decisione, di non fermarsi alla celebrazione di «un uomo che ha l’ambizione di salvare questo pianeta e di trovarne uno nuovo da abitare». Musk viene descritto come «clown, genio, edgelord, visionario, imprenditore, showman», insignito di un titolo che la rivista ci ha tenuto a precisare non è un premio ma un «riconoscimento alla persona che ha influito di più su quanto successo nell’ultimo anno, nel bene e nel male». Non è bastata questa spiegazione, come era facile immaginare: in molti hanno definito questa scelta inaccettabile, considerato soprattutto il fatto che nell’ultimo anno di Musk si è parlato spesso perché ha sottovalutato la pandemia, perché si è opposto alla sindacalizzazione dei dipendenti delle sue aziende e per le tasse (poche) pagate nell’ultimo anno.

Elizabeth Warren, senatrice americana nota per le sue posizioni radicali in materia di tassazione dei grandi capitali, ha commentato la scelta del Time scrivendo su Twitter che questo è solo un altro reminder della necessità di riformare il sistema fiscale americano, in modo che l’anno prossimo la “Persona dell’anno” sia una che «paga le tasse davvero e non vive alle spalle degli altri». E in effetti, la senatrice non ha tutti i torti: Musk è impegnato da anni in un testa a testa con Jeff Bezos per il titolo di uomo più ricco del mondo ma, nonostante questo, secondo un’inchiesta di Propublica, la percentuale di tasse “reali” pagate in rapporto alla sua ricchezza è di appena il 3.27%. Ovviamente è tutto legale, tutto previsto dalla fiscalità americana. A questo, poi, si aggiungono gli sforzi per impedire ai dipendenti delle sua azienda di formare un sindacato: Robert Reich, ex labor secretary dell’amministrazione Clinton, ha ricordato che Musk avrebbe minacciato i lavoratori di riprendersi le azioni a loro assegnate come benefit se avessero deciso di sindacalizzarsi. E poi ci sono le sue dichiarazioni e opinioni sul Coronavirus: nel 2020, per esempio, all’inizio della pandemia, Musk tenne le sue fabbriche californiane aperte nonostante lo Stato avesse deciso diversamente. In seguito accettò di interrompere la produzione, ma il ricordo di quei giorni è ancora fresco nella mente di molti. Lo scrittore e giornalista Kurt Eichenwald, per esempio, ha definito la scelta del Time come «la peggiore della storia».

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