Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.
I social minacciano la democrazia: la nuova copertina dell’Economist

Da una fase di tecno-entusiasmo siamo decisamente entrati in quella del tecno-pessimismo (e meglio di social-pessimismo). Sempre più spesso leggiamo sui giornali e sui libri che i social (soprattutto il gigante Facebook) siano diventati uno strumento pericoloso e che ci sia bisogno di controllo e regole. La cover story di settembre di IL Magazine si intitolava per esempio “Chiudete Internet”. E uno dei libri di cui si è più parlato negli ultimi mesi in America è World Without Mind di Franklin Foer, che nella sua disamina sui pericoli che nascono dai big del tech a Silicon Valley arriva a ventilare un cambiamento di paradigma della nostra vita intellettuale.
Il nuovo numero di novembre dell’Economist segue la scia e appare con uno strillo clamoroso e poco dubitativo: “La minaccia dei social media alla democrazia”, sullo sfondo della f di Facebook trasformata in pistola fumante. Nell’articolo anticipato qui si mette in relazione l’influenza di Facebook con la situazione politica globale, dalla Russia alla recente crisi spagnola. Una delle tesi di fondo, non ovviamente nuova, è che l’algoritmo sia in grado di piegare il pensiero moderato alla radicalizzazione. Quali sono le soluzioni?

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.

Reportage dalla "capitale del sud" dell'Ucraina, città in cui la guerra ha imposto un dibattito difficile e conflittuale sul passato del Paese, tra il desiderio di liberarsi dai segni dell'imperialismo russo e la paura di abbandonare così una parte della propria storia.