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È etico offrire sigarette ai senzatetto?

Qualche giorno fa, nella rubrica del New York Times chiamata “The Ethicist”, dedicata ai dubbi dei lettori, si è cercato di stabilire se è giusto o no offrire delle sigarette ai senzatetto. La discussione ha preso spunto dalla lettera di un australiano di nome Joseph. Dopo aver visto offrire da un’altra persona mezzo pacchetto di sigarette a un mendicante, Joseph ha risposto di no alla richiesta del senzatetto di accompagnarlo a comprarne delle altre. Il suo diniego, continua nella lettera, era motivato dal fatto che così il mendicante avrebbe speso in tabacco i soldi che gli sarebbero potuti servire per mangiare. La reazione del senzatetto è stata molto brusca: ha accusato Joseph di essere tirchio e gli ha rinfacciato di non essere stato gentile come il suo predecessore, che Joseph ha biasimato.

Chiamato in causa per valutare il comportamento del lettore australiano, Kwame Anthony Appiah, che tiene la rubrica per conto del Nyt, risponde che i termini di un regalo sono stabiliti dal donatore e da nessun altro. Inoltre, offrire del cibo al senzatetto invece delle sigarette non avrebbe cambiato molto, dato che il ricevente avrebbe potuto risparmiare sul cibo i soldi da spendere in tabacco. Inoltre, una piccola quantità di sigarette in più non avrebbe avuto il potere di causare un sensibile aumento nella possibilità del fumatore di contrarre malattie legate al fumo. Quindi, a dire del responsabile della rubrica, Joseph ha sbagliato a rimproverare l’uomo che si è comportato in maniera opposta alla sua: «Potrebbe essere stato più generoso dare alla persona qualcosa che il donatore desiderava. Ma anche dar via cose che non si vogliono o di cui non si ha bisogno è ancora un atto di carità encomiabile».

 

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