Attualità

Due turni is megl che uan

Come previsto, niente rotture sulle regole delle primarie all'assemblea Pd. Ma, fra i vari punti aperti, ce n'è uno non di poco conto

di Federico Sarica

Come previsto, oggi l’assemblea del Pd ha approvato una deroga all’art. 18 del proprio statuto per permettere ad altri iscritti al partito, oltre al segretario, di candidarsi alle primarie. Per il resto, come anticipato dai più attenti, la definizione delle regole per le primarie è rimandata al confronto di settimana prossima col resto della coalizione (e che coalizione: Sel e socialisti).
Pare ormai scontato si vada verso un doppio turno in caso nessuno raggiunga il 50 percento al primo, con obbligo di registrarsi da parte dei votanti, ma non in un posto diverso rispetto al seggio – come ventilato fino ad oggi – e fino al giorno stesso delle elezioni compreso (che sarà il 25 novembre quasi sicuramente). Il che è pare, viste le premesse, un buon compromesso per le parti in causa.
Resta un punto apertissimo: dalle parti dei vertici Pd si fa ventilare l’ipotesi che chi non si registra per votare al primo turno, non potrà votare al secondo, per evitare soprattutto che in un’ipotesi di ballottaggio Renzi vs Bersani, lo scontro a due non richiami i numerosi elettori “altri” che si stanno interessando al progetto del sindaco di Firenze.
Al sottoscritto risulta che ad oggi su questo non ci sia un grande margine di trattativa, anche se fra i non bersaniani si farà il necessario per lavorare su questo punto. Non è una sottigliezza da poco. Staremo a vedere.