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I dazi turistici sono l’ultimo fronte nella guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa Mentre Trump impone agli stranieri una maxi tassa per l'ingresso ai parchi nazionali, il Louvre alza il prezzo del biglietto per gli "extracomunitari".
Papa Leone XIV ha benedetto un rave party in Slovacchia in cui a fare da dj c’era un prete portoghese Il tutto per festeggiare il 75esimo compleanno dell'Arcivescovo Bernard Bober di Kosice.
I distributori indipendenti americani riporteranno al cinema i film che non ha visto nessuno a causa del Covid Titoli molto amati da critici e cinefili – tra cui uno di Sean Baker e uno di Kelly Reichardt – torneranno in sala per riprendersi quello che il Covid ha tolto.
La presidente della Tanzania Samia Suluhu Hassan ha nominato il nuovo governo e ha fatto ministri tutti i membri della sua famiglia In un colpo solo ha sistemato due figlie, un nipote, un genero, un cognato e pure un carissimo amico di famiglia.
Sally Rooney ha detto che i suoi libri potrebbero essere vietati in tutto il Regno Unito a causa del suo sostegno a Palestine Action E potrebbe addirittura essere costretta a ritirare dal commercio i suoi libri attualmente in vendita.
In Francia è scoppiato un nuovo, inquietante caso di “sottomissione chimica” simile a quello di Gisèle Pelicot Un funzionario del ministero della Cultura ha drogato centinaia di donne durante colloqui di lavoro per poi costringerle a urinare in pubblico.
Dopo quasi 10 anni di attesa finalmente possiamo vedere le prime immagini di Dead Man’s Wire, il nuovo film di Gus Van Sant Presentato all'ultima Mostra del cinema di Venezia, è il film che segna il ritorno alla regia di Van Sant dopo una pausa lunga 7 anni.
Un esperimento sulla metro di Milano ha dimostrato che le persone sono più disponibili a cedere il posto agli anziani se nel vagone è presente un uomo vestito da Batman Non è uno scherzo ma una vera ricerca dell'Università Cattolica, le cui conclusioni sono già state ribattezzate "effetto Batman".

Dries Van Noten lascia la direzione creativa del suo marchio

19 Marzo 2024

«All’inizio degli anni Ottanta, quando ero un giovane ragazzo di Anversa, il mio sogno era avere una voce nella moda. Attraverso un viaggio che mi ha portato a Londra, Parigi e oltre, e con l’aiuto di innumerevoli persone che mi hanno sostenuto, quel sogno è diventato realtà. Ora, voglio spostare la mia attenzione sulle cose per cui non ho mai avuto tempo. Sono triste, ma allo stesso tempo felice, di farvi sapere che mi dimetto alla fine di giugno. Mi sto preparando a questo momento da un po’ e sento che è ora di lasciare spazio a una nuova generazione di talenti perché possano portare la propria visione nel marchio.» Così si apre la lunga e personale lettera pubblicata su Instagram con cui, poco dopo un articolo in esclusiva per Wwd, Dries Van Noten ha annunciato la decisione di lasciare il marchio che porta il suo nome dopo trentotto anni. 

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La collezione maschile per la Primavera Estate 2025, che verrà presentata durante la settimana della moda parigina del prossimo giugno, sarà quindi l’ultima firmata da Van Noten in qualità di direttore creativo del marchio che ha fondato nel 1986, e segnerà la fine di una carriera di quasi quarant’anni durante la quale il designer belga ha dimostrato che trovare un equilibro tra una visione creativa personale e la stabilità economica di un’azienda è possibile. A partire dal suo ingresso nel mondo della moda insieme agli altri membri del leggendario gruppo degli Antwerp Six, infatti, Van Noten ha intrapreso un percorso di crescita lenta, scandito da passi piccoli e ritmi sostenibili, e mai piegato a tutte quelle logiche commerciali che sempre più spesso sono considerate necessarie alla sopravvivenza di un marchio ma che, con sempre maggiore chiarezza, riconosciamo come insostenibili e limitanti per tutti. Quattro collezioni l’anno, due per la donna e due per l’uomo, niente pubblicità in senso tradizionale, nessuna corsa a vestire la celebrity più in vista o a creare l’it-bag del momento: questo il modello Dries Van Noten, rimasto integro anche dopo l’acquisizione di una quota di maggioranza nel marchio da parte del gruppo Puig nel 2018. 

«Da quando Puig è entrato a far parte dell’azienda, abbiamo continuano a crescere nel mondo in cui volevamo» scrive nella lettera Van Noten, che col sostegno del gruppo ha visto il proprio marchio progressivamente ampliarsi e stabilizzarsi – tramite l’apertura di nuovi punti vendita, l’espansione delle categoria degli accessori e l’introduzione degli accessori e l’introduzione di una linea di profumi e rossetti – senza mai perdere di vista la propria personalissima idea di moda e di business. «L’imprenditore è romantico» riassumeva Angelo Flaccavento nella storia di copertina dedicata a Van Noten nel numero uno di Rivista Studio del 2011. «Il marchio è ora rigoglioso. Come in un giardino, decidi cosa piantare, e a un certo punto, continua a fiorire» continua il designer, con una romantica metafora che testimonia la sua passione per i fiori e per il giardinaggio (raccontata nel 2017 da Hanya Yanagihara sul New York Times in un ritratto imprescindibile per accedere all’universo di Dries Van Noten), che probabilmente saranno tra le attività a cui il designer ora potrà finalmente dedicarsi, mentre da Dries Van Noten (il marchio) bisognerà trovare qualcuno che prenderà il suo posto. «A tempo debito, annunceremo il designer che continuerà la storia dell’uomo e della donna DVN. Ad ogni modo, continuerò a essere coinvolto nella casa di cui faccio tesoro» ha scritto Van Noten nella sua lettera, prima di ringraziare tutte le persone che l’hanno accompagnato nel corso degli anni, non ultime quelle che amano e sostengono il suo lavoro e che il designer sembra voler rassicurare rispetto al destino del marchio: «Sono sicuro di questo: il futuro di DVN rimane luminoso.»

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