Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Se Don Draper fosse un pubblicitario oggi

Pochi giorni dopo la messa in onda dell’ultima puntata di Mad Men (negli Usa il 17 maggio; in Italia, invece, la serie è ancora in corso) il tumblr Mad Men Integrated racconta come sarebbe stata la vita di Don Draper, rampante pubblicitario anni Sessanta, se la serie Tv fosse stata ambientata ai giorni nostri.

La pluripremiata serie statunitense restituisce una fotografia affascinante del mondo patinato dell’advertising a stelle e strisce ai suoi inizi: Don Draper lavora alla Sterling Cooper Draper Pryce, agenzia pubblicitaria con sede a Madison Avenue, che vanta tra i propri clienti alcuni top brand decisi ad affacciarsi al mondo dei cosiddetti commercials.

Oggi la questione sarebbe un po’ diversa: alle lunghe discussioni sugli spot per la Tv Draper e il suo team sostituirebbero molto probabilmente – e con lo smartphone sempre in mano – conversazioni sui contenuti dei banner pubblicitari, sulle adv per dispositivi mobili e sui pop up. Scervellandosi ore sugli hashtag più efficaci per i social network.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.