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21:57 mercoledì 26 novembre 2025
L’Onu ha definito Gaza «un abisso» e ha detto che ci vorranno almeno 70 miliardi per ricostruirla Quasi sicuramente questa cifra non sarà sufficiente e in ogni caso ci vorranno decenni per ricostruire la Striscia.
Anche quest’anno in Russia è uscito il calendario ufficiale di Vladimir Putin Anche nel 2026 i russi potranno lasciarsi ispirare dalle foto e dalle riflessioni del loro presidente, contenute nel suo calendario
Sarkozy è stato in carcere solo 20 giorni ma dall’esperienza è riuscito comunque a trarre un memoir di 216 pagine Il libro dell’ex presidente francese sulla sua carcerazione lampo a La Santé ha già trovato un editore e verrà presto pubblicato.
Nel primo teaser del nuovo Scrubs c’è la reunion di (quasi) tutto il cast originale J.D., Turk, Elliot e anche il dottor Cox al Sacro cuore dopo 15 anni, invecchiati e alle prese con una nuova generazione di medici. Ma c'è una grave assenza che i fan stanno già sottolineando.
Anche il Vaticano ha recensito entusiasticamente il nuovo album di Rosalía José Tolentino de Mendonça, prefetto per il Dicastero per la Cultura e l’educazione del Vaticano, ha definito Lux «una risposta a un bisogno profondo nella cultura contemporanea».
La nuova funzione di geolocalizzazione di X si sta rivelando un serio problema per i politici Non è facile spiegare come mai i più entusiasti sostenitori di Donald Trump postino dall'India o dalla Nigeria, per esempio.
Gli Oasis hanno detto che adesso che il reunion tour è finito si prenderanno una pausa di riflessione Ovviamente, sono già partite le indiscrezioni: si separano di nuovo? Faranno un nuovo tour? Stanno lavorando a un nuovo album?
Il Grande Museo Egizio di Giza ha appena aperto ma ha già un grave problema di overtourism A nulla è servito il limite di 20 mila biglietti disponibili al giorno: i turisti sono già troppi e il Museo adesso deve trovare una soluzione.

Di cosa si è parlato questa settimana

Le ultime volontà di Silvio Berlusconi, l'ultimo romanzo di Ada D'Adamo, l'ultimo Pomeriggio (Cinque) di Barbara D'Urso.

di Studio
08 Luglio 2023

Cronaca – Chi vuol essere milionario
Che i Berlusconi siano la migliore approssimazione possibile dei Roy di Succession lo abbiamo sospettato a lungo e lo sappiamo ormai con certezza. Se uno sceneggiatore dovesse decidere di farne un film o una serie, il finale si è scritto da solo in questi giorni. La famiglia scopre le ultime volontà del patriarca, Marina e Pier Silvio eredi dell’impero, familiari, amici e amanti che scoprono che l’amore si può quantificare: quello di un fratello (Paolo) vale 100 milioni, quello di una compagna (Marta Fascina) pure, quello di un amico (Marcello Dell’Utri) 30. E proprio una frase di Dell’Utri pronunciata alla scoperta dell’ultima parola di Berlusconi sarebbe il finale perfetto per questa storia di potere, ricchezza e ambiguità: «Non me lo aspettavo perché non mi doveva nulla».

Social – Threadimento
Se in questi giorni avete visto molti dei vostri contatti iscriversi a Threads e magari vi sarà venuta un po’ di fomo, sappiate che l’app non è ancora disponibile per il mercato europeo e non è ancora dato sapere quando lo sarà. Come riporta l’Irish Independent, il Garante per la privacy irlandese (Meta ha la sua sede europea a Dublino) è ancora in attesa dei requisiti per la pubblicazione dell’app, che intanto ha registrato numeri record di download nei suoi primi giorni di vita. Nessuna app era stata scaricata così tanto e in così poco tempo come Threads: secondo le previsioni supererà i 100 milioni di utenti in soli due mesi. Da Twitter, ovviamente, non sono rimasti a guardare con Musk che minaccia di fare causa: forse è la volta buona che lui e Zuckerberg si prendono a botte sul serio.

Televisione – Quel Pomeriggio (Cinque) di un giorno da cani
La vera svolta nel 2008, con le dirette di Mattino Cinque. Da lì Barbara D’urso non si è più fermata: Pomeriggio Cinque, Domenica Cinque, Capodanno Cinque, Domenica Live!, Live – Non è la D’Urso. In onda 7 giorni su 7, di mattina, di sera, sempre. Fino a oggi. Un programma in meno per volta, le era rimasto solo Pomeriggio Cinque, con un orario sempre più ristretto, e un’edizione kamikaze de La Pupa e il Secchione. E adesso se n’è andata, su Instagram sorridente col pigiama, i tacchi a spillo e il trolley LV, ma nella realtà incazzatissima: «non mi hanno permesso di salutare il mio pubblico» ha detto a Repubblica, in un’intervista in cui oscilla tra «dolore, sgomento, rabbia» e desiderio di vendetta, «ne ho sopportate tante – forse un giorno le racconterò».

Editoria – In memoiriam
Morta il 1° aprile 2023, due giorni dopo essere entrata nella dozzina del premio, presentata da Elena Stancanelli, Ada D’Adamo ha vinto il premio Strega 2023 con il libro Come d’aria. Non è il primo caso di “vincitrice assente”, qui Francesco Longo ha raccontato gli altri (tra questi c’è anche la vittoria del Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa del 1959). Ma se non è la prima volta che viene premiato un autore che non c’è più, è invece la prima volta di Elliot, piccolo editore mai arrivato prima in cinquina, vincitore con un libro rifiutato da tanti editori e poi entrato in classifica. Una sorpresa per tutti, questa vittoria, soprattutto per il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, che ha detto di aver votato senza aver letto nessuno dei libri in gara.

Polemiche – Quattro metro sopra il cielo
L’inaugurazione della nuova tratta della metropolitana di Milano che collega l’aeroporto di Linate con San Babila è un’ottima notizia non solo per tutti i cittadini, ma anche per quanti frequentano la città per lavoro o turismo. Peccato, però, che le modifiche introdotte alla mobilità di superficie – in particolare alla linea 73, che ora sarà attiva solo tra l’aeroporto e San Feliciano con il nuovo nome di 973 – complicherà non poco la vita di molti pendolari regolari della zona. Perché, almeno in teoria, avranno sì a disposizione una metro a non troppa distanza, ma nella realtà si troveranno a gestire quotidianamente un percorso più complicato per percorrere le stesse distanze.

Esteri – Prova costume
Nemmeno due settimane fa Yevgeny Prigozhin, comandante del (fu) temutissimo Gruppo Wagner, aveva in mano il destino della Russia e per estensione del mondo intero. Oggi è uno zimbello e, come in tutte le umiliazioni dell’epoca di internet, c’entrano delle foto private diventate questione di pubblico dominio e pure di pubblico ludibrio. In queste foto, Prigozhin sembra un personaggio uscito da un terzo, immaginario capitolo della saga di Borat. Oppure un uomo con un pessimo tempismo ed enorme sfortuna nell’uso di BeReal. Resta il fatto che quelle immagini ci lasciano una lezione preziosissima. Anzi due. La prima: si può essere temuti o amati, ma tanto nessuna delle due cose è destinata a durare. La seconda: mai fare foto che non si vorrebbe vedere pubblicate.

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