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Nessuna app è mai stata scaricata così tanto in così poco tempo come Threads

Intorno alla mezzanotte di giovedì 6 luglio, Threads – la risposta di Mark Zuckerberg al Twitter di Elon Musk – era già stata scaricata 44 milioni di volte. Nessuna app nella storia delle app è mai stata scaricata da così tante persone in così poco tempo. Ringalluzzito, Zuckerberg ha scritto su Threads che ad appena due ore dal lancio ufficiale dell’app, questa era stata installata su due milioni di dispositivi. Dopo altre due ore, al conto si erano aggiunti altri tre milioni di neo iscritti a Threads. Nella tarda serata di mercoledì, il numero era già raddoppiato: dieci milioni di download. Nella mattinata di giovedì, il numero era addirittura triplicato: già trenta milioni di utenti per Threads. Stando alle proiezioni, come riporta il New York Times, entro due mesi l’app supererà i cento milioni di utenti, impresa finora riuscita soltanto a ChatGPT.

Si capisce che c’è un certo entusiasmo attorno a Threads, anche grazie alle tante celebrity – tra queste: Jennifer Lopez, Ellen DeGeneres, Kim Kardashian, Shakira, Oprah Winfrey, Kourtney Kardashian, Will Smith, solo per citarne alcune – che hanno potuto provarla in anteprima e che in questi giorni stanno esprimendo tutta la loro felicità per questo assolutamente necessario, forse persino indispensabile, ennesimo clone di Twitter (vi ricordate quando la salvezza delle nostre vite social doveva essere Mastodon?). Ma Twitter resta, almeno per il momento, in vantaggio, con i suoi 237 milioni di utenti e la sua storia lunga diciassette anni. Senza considerare che nei confronti di Threads sono già arrivate diverse critiche: molti utenti si sono arrabbiati quando hanno scoperto che, se mai volessero cancellare il loro profilo Threads, sarebbero costretti a rinunciare anche a quello Instagram (Meta ha detto che lavorerà per fornire agli utenti la possibilità di abbandonare un’app senza lasciare anche l’altra. Con calma, però).

Il successo di Threads non è sfuggito a Elon Musk, che con i modi adulti e il piglio sportivo che lo contraddistingue ha fatto quello che tutti si aspettavano avrebbe fatto: minacciare Meta con una causa legale, accusandola di aver costruito Threads grazie a informazioni coperte da segreto aziendale e rivelate da ex dipendenti di Twitter ora impiegati presso Meta. «La concorrenza va bene, l’imbroglio no», ha scritto Musk su Twitter, che ora ha un motivo in più per voler picchiare Zuckerberg (ne avevamo parlato qui e qui). La risposta al Chief Twit l’ha data Andy Stone, addetto stampa di Meta, ovviamente su Threads: «Nessun ex ingegnere di Twitter ha lavorato alla realizzazione dell’app», ha scritto. Nella discussione a un certo punto è intervenuto anche l’ex Ceo di Twitter, Jack Dorsey: «Volevamo le macchine volanti e invece abbiamo sette diversi cloni di Twitter», ha scritto. Essendo però lui l’inventore di uno di quei sette cloni, vale a dire Bluesky. Nel frattempo, chi ha voluto inventare la macchina volante lo ha fatto davvero: chissà se gli inventori hanno un profilo Twitter o Threads o Bluesky o di uno degli altri cloni.