Attualità | Rassegna

Di cosa si è parlato questa settimana

Lo scudetto di Napoli, i droni del Cremlino, lo scarafaggio del Met Gala e le altre notizie degli ultimi giorni.

di Studio

Calcio – Southwashing
Giovedì sera, pareggiando a Udine, il Napoli vince il terzo scudetto della sua storia, il primo dopo 33 anni. Prevedibile il delirio in città e sui social, dove se ne vedono di ogni: Nino D’Angelo che piange a dirotto, un vascello illuminato che percorre le strade della città, che a molti sembra un film di Sorrentino, fuochi d’artificio più che a Capodanno, il sindaco di New York che si congratula. E poi tonnellate di mitomania, retorica e paternalismo soprattutto da chi napoletano non è, e neanche tifoso. Sul genere siamo contenti che ha vinto il Napoli perché i napoletani sono simpatici e sprizzano gioia da tutti i pori, che è un po’ l’equivalente nostrano dei neri che hanno il ritmo nel sangue.

Esteri – L’attacco dei droni
A prendere per vera la versione del governo russo, viene da dubitare dell’efficienza dei servizi segreti ucraini. Davvero speravano di assassinare Putin lanciando due droni verso il Cremlino, luogo tra i più sorvegliati e protetti del mondo? Davvero pensavano non se ne sarebbe accorto nessuno? I russi dicono che è stato un attentato. Zelensky dice che all’Ucraina della vita di Putin non importa proprio nulla, basta che ritiri le truppe dai territori occupati. Gli esperti dicono che Putin non vive al Cremlino da un pezzo e questo lo sanno tutti. Il tempismo, al solito, è sospetto: poco prima dei festeggiamenti per la Giornata della vittoria e mentre la Federazione sembra stia preparando una nuova offensiva in Ucraina.

Lavoro – Blocco dello scrittore
La testimonianza di Alex O’Keefe, lo sceneggiatore dell’acclamata serie The Bear, rende perfettamente l’idea: «Ho amici che dicono “Oh, Alex ha lavorato a The Bear, è ricco adesso, può comprarsi una macchina”. Beh, non lo sono. Sono al verde», ha confessato l’autore. Nella sua stessa situazione, se non peggio, c’è chi per lavoro scrive film, sceneggiature, spettacoli per le produzioni di Hollywood: i loro compensi non sono mai stati così bassi. E così, dopo settimane in cui la Writer Guild ha tentato di trattare con gli studios (niente da fare), gli scrittori hanno deciso di chiudere i pc e posare le penne, organizzando uno sciopero che gode del pieno sostegno di diverse celebrity, da Jimmy Fallon a Drew Barrymore.

Moda – Pet Gala
Chissà cos’avrebbe pensato Karl Lagerfeld, uno che quando era in vita diceva che non avrebbe mai voluto essere ricordato o commemorato («le cose iniziano e finiscono con me, dopo di che c’è il bidone dell’immondizia», diceva a Suzy Menkes in un’intervista da lei saggiamente ripostata in questi giorni) se avesse assistito al baraccone del Met Gala a lui dedicato. Tra micioni giganti (qualcuno ha citato Il Cantante Mascherato: è Jared Leto!), scarafaggi spiaccicati sul tappeto (Rip icon, come commentano su Twitter), nessun look davvero riuscito o memorabile, si è notato un grande assente, nonostante il depistaggio di Kim Kardashian che si era fotografata insieme a lui giorni prima, facendo sperare nella sua presenza: il gatto ed ereditiere Choupette.

Cinema – La vita come una telefonata
Mercoledì 3 maggio, all’età di 68 anni, è morto Alessandro D’Alatri. Tutta la sua vita l’ha passata sui set, del cinema, della tv, della pubblicità. Attore bambino nel Giardino dei Finzi Contini di De Sica, David di Donatello per il miglior regista esordiente con la sua opera prima Americano Rosso, pluripremiato regista di spot (tra cui il famosissimo Una telefonata allunga la vita), autore di alcune delle serie tv italiane più amate e seguite degli ultimi anni (I bastardi di PizzofalconeIl commissario Ricciardi). Per chi volesse ricordarlo o riscoprirlo, il consiglio è di vedere il suo film più famoso e probabilmente più bello: I giardini dell’Eden, con protagonista il suo attore feticcio Kim Rossi Stuart.