Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Demna Gvasalia lascia Vetements

Non ha agito secondo il volere del proprio medico come Virgil Abloh, ma per «per perseguire nuovi obiettivi». Così Demna Gvasalia, designer georgiano già al timone creativo di Balenciaga, esce dal collettivo di moda Vetements, da lui fondato nel 2014 insieme al fratello, l’attuale ceo Guram Gvasalia. Nessun esaurimento nervoso, nessuna diagnosi. Solo il desiderio di dirigere il proprio genio artistico verso mete differenti. Come annunciato in un comunicato a Wwd, il designer si volgerà adesso verso nuove sfide, avendo portato a termine la «mia missione da innovatore concettuale». Gvasalia rimane alla guida di Balenciaga, sebbene nel comunicato il marchio di proprietà Kering non venga mai citato esplicitamente.
«Avevo fondato Vetements perché ero annoiato dalla moda», dice nell’intervista. Contro ogni aspettativa, però, poi la moda è cambiata per davvero. «Lo ha fatto da quando è apparso Vetements, che ha aperto le porte a molti. Il marchio è ormai un’azienda in grado di trasportare la sua eredità creativa verso un nuovo capitolo». Sin dal suo debutto sulle passerelle di Parigi nel 2014, Vetements ha infatti segnato la nascita di un nuovo streetwear dove la cultura underground, la musica punk e quella tecno si mescolavano a curiose istanze anti-capitaliste, creando una sorta di estetica del “disordine perfetto”. «Vetements è sempre stato un collettivo di menti creative», si legge ancora nel comunicato. «Continueremo a spingere più avanti i confini della ricerca, rispettando i codici e i valori autentici del marchio e sostenendo l’onestà creativa e il talento genuino».

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.