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Alla Chiesa cattolica mancano gli esorcisti

Vincenzo Taraborelli ha 79 anni e da ventisette è uno dei preti che si occupa di esorcismi per la Chiesa cattolica. Intervistato dalla Bbc, ha detto che per il momento non ha intenzione di smettere, confessando però che quando accadrà probabilmente non ci sarà nessuno a sostituirlo. Il suo lavoro è troppo «spaventoso» per i giovani preti e seminaristi. «Ho già detto al vescovo che non riesco a trovare nessuno che voglia fare quello che faccio io, è una vita difficile» ha detto all’emittente inglese. Sostiene che ogni giorno circa trenta persone al giorno si recano nel suo ufficio vicino al Vaticano, più che uno studio una stanza senza finestre, piena di statue di angeli e dolci per i “pazienti”; sul muro c’è il documento che attesta la sua qualifica di esorcista e sulla scrivania la croce con cui svolge i riti.

«Prima di fare qualsiasi cosa incoraggio le persone affinché vedano uno psicologo o uno psichiatra, e gli chiedo di portarmi la prognosi. Ci sono molti psicologi che mandano i loro pazienti qui» ha raccontato l’esorcista della Chiesa. Alcuni restano in cura per molto tempo, come una donna che è andata da lui per tredici anni: «Un satanista la desiderava, lei l’ha rifiutato e lui le ha detto che avrebbe pagato per questo. Praticava degli incantesimi due volte a settimana per attrarla. Poi si è rivolta a me: io ho iniziato a pregare e lei è entrata in trance. Ha iniziato a insultare, bestemmiare: ci ho messo poco a capire che era posseduta. Mano a mano che il rito continuava lei stava sempre peggio: quando ho ordinato al diavolo di andarsene lei ha iniziato a vomitare piccole puntine di metallo. So che sembra impossibile, ma è successo davvero». 

esorcismo

Poche settimane fa, la Stampa ha pubblicato un’inchiesta su questo tema, affermando che ogni anno le richieste di intervento arrivano al mezzo milione. Il Vaticano spiega che la maggior parte delle persone manifesta soltanto forme molto gravi di depressione, mentre altre sono effettivamente possedute. Si riconoscono dal «viso deformato, dalla voce cavernosa, da oggetti metallici o cibi mai ingeriti che fuoriescono dalla bocca, da frasi pronunciate in lingue arcaiche del tutto sconosciute in stato cosciente (ebraico, greco, latino, aramaico), da una forza fisica smisurata e del tutto assente nel soggetto in condizioni normali e da reazioni violente alle preghiere di liberazione e all’acqua santa» secondo quanto detto da Ildebrando Di Fulvio, esorcista della diocesi di Frosinone, al quotidiano.

Vincenzo Taraborelli ha quasi 80 anni, e quasi tutti gli altri praticanti di questi riti sono prossimi alla terza età: per trovare dei professionisti che li sostituiscano la Chiesa organizza corsi in “Esorcismo e preghiere di liberazione”, che quest’anno si sono tenuti ad aprile all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma. Ma l’emergenza è grave ed alcuni, come Valter Cascioli, psichiatra e consulente scientifico dell’Aie, l’Associazione internazionale degli esorcisti, credono che ci voglia di più, e che debbano essere coinvolte attivamente anche «persone esperte in medicina e psichiatria che siano competenti anche nelle realtà spirituali».