Attualità | Rassegna

Cosa succede dove il Coronavirus colpisce ancora

Quali sono i Paesi che sono al momento più in difficoltà con il contenimento dell’emergenza sanitaria e come sono arrivati a questo punto.

di Studio

Alcuni lavoratori municipali guardano Mosca dal belvedere di Vorobyovy Hills, 22 maggio 2020. Foto di ALEXANDER NEMENOV/AFP via Getty Images

Com’è successo all’Italia, ci sono molti Paesi nel mondo la cui risposta all’emergenza Coronavirus è stata lenta (in alcuni casi di negazione totale), caotica e inefficiente. Quei Paesi sono oggi tra i più colpiti, come la Russia e il Brasile, ma non va certo meglio negli Stati Uniti, dove ad esempio sono ora più chiari gli errori fatti a New York e altrove. Rimangono sotto osservazione speciale anche il Regno Unito, che all’inizio aveva provato la strada dell’immunità di gregge, e la Svezia, dove il lockdown non c’è mai stato e il tasso di mortalità è molto più alto che nel resto della Scandinavia. In Kerala, nel Sud dell’India, il governo aveva invece gestito bene la fase più problematica, ma il ritorno dei lavoratori all’estero e il ciclone Amphan hanno iniziato a complicare le cose. Intanto i contagi nel mondo hanno superato i 5 milioni – qui c’è la mappa in tempo reale del Guardian – mentre i decessi confermati sono quasi 340.000. Abbiamo raccolto alcuni articoli che indagano gli errori, i ritardi e le mancanze che hanno portato alla situazione di oggi.

Brazil Is Starting to Lose the Fight Against Coronavirus – and Its President Is Looking the Other WayTime
Mentre il suo Paese sfondava la soglia dei 10.000 morti, il presidente del Brasile Jair Bolsonaro era su una moto d’acqua al lago Paranoá, nei pressi di Brasilia, dove si erano riuniti alcuni suoi supporter. Nel video, diventato virale, Bolsonaro scherza sulla “nevrosi” dei quelli che hanno paura del virus e dice che non c’è molto da fare a riguardo. Come ricostruisce Ciara Nagent su Time, anche per gli standard dei populisti di destra, il modo in cui il presidente cerca di minimizzare la pandemia è scioccante, considerando come «dalle favelas della città densamente popolate come Rio de Janeiro fino alle remote comunità indigene della foresta pluviale amazzonica, il Brasile è emerso come il nuovo epicentro globale della pandemia, con il più alto tasso di trasmissione al mondo e un sistema sanitario che ora sta barcollando sull’orlo del collasso».

Virus Crisis Exposes Cascading Weaknesses in U.S. Disaster ResponseThe New York Times
Christopher Flavelle spiega in che modo la crisi causata dal Coronavirus ha rivelato tutti i punti deboli nella risposta alle catastrofi da parte degli Stati Uniti. «Per decenni», scrive sul New York Times, «la spina dorsale del sistema di risposta alle catastrofi della nazione – e un segno distintivo della generosità americana – è stata la sua armata di volontari che corrono verso il pericolo per aiutare, proteggere, nutrire e consigliare le vittime di uragani, incendi e altre calamità. Tuttavia, la pandemia di Covid-19 ha messo in luce una debolezza critica in questo sistema: la maggior parte dei volontari è costituita da persone anziane, il target più a rischio, che quindi questa volta non hanno potuto partecipare di persona». Questo è soltanto l’ultimo di una serie di problemi a cascata che ha colpito un sistema già sfinito da una stagione degli uragani particolarmente violenta e reduce da catastrofi come le inondazioni nel Michigan, uno degli stati più colpiti dal virus.

How Russia’s Coronavirus Crisis Got So Bad – Politico
Michele A. Berdy del Moscow Times ha parlato di tutte le cose che sono andate storte in Russia, da quando, il 25 marzo, il governo ha  dichiarato ufficialmente la “vacanza pagata nazionale” e ha chiuso tutti i negozi e i servizi tranne quelli essenziali per fermare la diffusione del Coronavirus, mentre Vladimir Putin rilasciava dichiarazioni confuse e contraddittorie. Per gran parte della primavera, la linea ufficiale dei media statali potrebbe essere riassunta così: «La Russia non ha nulla di cui preoccuparsi». Il Coronavirus si stava diffondendo altrove, a quanto pare: in Europa, in Asia e negli Stati Uniti, ma non in Russia. In realtà i contagi sono stati moltissimi. Solo il tasso di mortalità è rimasto piuttosto basso ma, spiega Berdy, ci sono forti dubbi su quella cifra: è molto probabile che la metodologia russa per assegnare la causa della morte abbia abbassato i numeri di mortalità da Covid-19 di oltre il 50 per cento.

Where did it go wrong for the UK on Coronavirus? – Cnn
Cos’è successo nel Regno Unito? Lo spiegano bene Luke McGee e Mick Krever, in un articolo chiaro e approfondito. Finora, sottolineano i giornalisti, il governo sembra aver eliminato con successo l’idea secondo cui la sua strategia per gestire il Coronavirus è stata un fallimento, indicando una fondamentale misura di successo: l’amato Servizio Sanitario Nazionale (NHS) del Paese, che ha finora saputo gestire la crisi senza esserne sopraffatto. Le scene disperate del nord Italia, dove un sistema sanitario di prim’ordine è stato messo in ginocchio, non si sono ripetute nel Regno Unito. «Questa è una pandemia globale senza precedenti e abbiamo preso le misure giuste al momento giusto per combatterla, guidati dai migliori consigli scientifici», ha detto un portavoce del governo alla Cnn, in risposta a una richiesta di affrontare le critiche sollevate nell’articolo. Ma si sarebbe potuto fare di più per prevenire l’entità della perdita di vite umane? I ministri avrebbero dovuto agire prima? E sarebbe stata possibile una maggiore trasparenza nella strategia generale? Molto probabilmente sì.

What’s going wrong in Sweden’s care homes? – Bbc
La Svezia, nota per l’approccio soft all’emergenza, è diventata uno dei Paesi con il più alto tasso di mortalità per Coronavirus nel mondo. La principale motivazione, secondo la Bbc, risiederebbe soprattutto nella negligenza con cui il virus è stato trattato all’interno delle case di cura, i cui residenti rappresenterebbero quasi la metà dei decessi legati al Covid-19. Nonostante lo Stato abbia vietato le visite alle case di cura dallo scorso 31 marzo, parenti, personale e funzionari sindacali hanno espresso preoccupazioni per i ritardi dei dispositivi di protezione individuale e dell’abbigliamento protettivo. «Ci hanno detto che non dovremmo mandare nessuno in ospedale, nemmeno gli over 65», ha detto un’infermiera che ha lavorato in diverse case di cura intorno a Gävle, a nord di Stoccolma, dall’inizio della pandemia. «Il problema è che ormai all’interno di queste residenze il virus si è diffuso, e la gente non può far altro che aspettare di morire».

The 3 Big Challenges Kerala Now Faces In Fighting CoronavirusHuffington Post India
Il governo del Kerala, stato nel Sud dell’India, ha meritatamente ricevuto elogi da tutto il mondo per l’efficiente gestione della pandemia, non essendosi limitato a un approccio di riduzione del danno ma avendo agito in maniera tempestiva contenendo la diffusione del virus. Dall’8 maggio, però, dopo aver appiattito con successo la curva dei contagi, il Kerala si è ritrovato di fronte a un nuovo picco, causato principalmente da tre fattori: il ritorno dei lavoratori che erano all’estero, l’arrivo della stagione dei monsoni e l’inasprirsi delle condizioni sociali ed economiche che mettono a dura prova la popolazione.