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I fratelli Gallagher si sono esibiti insieme per la prima volta dopo 16 anni In un circolo operaio a Londra.

Casaleggio & Co, abbiamo un problema

Il convegno grillino, i Cinque Stelle e quelli che non comprendono la differenza fra una cosa seria e un problema serio.

di Studio
10 Aprile 2017

C’è un punto fondamentale – oltre alle molte profonde contraddizioni e oscurità che circondano la catena e i meccanismi di potere del Movimento Cinque Stelle – che sfugge a chi in questi giorni si è affrettato a dire che era giusto andare all’evento organizzato da Davide Casaleggio a Ivrea lo scorso weekend, perché in fondo si va ovunque se invitati; perché che male c’è ad andare a discutere di futuro, chiunque sia il padrone di casa; perché se milioni di italiani credono che il Movimento 5 Stelle possa e debba governare il Paese, è ora di prendere sul serio il Movimento e chi lo dirige (e già sapere chi lo dirige veramente e quali siano i rapporti fra la Casaleggio Associati, la piattaforma Rousseau e il Movimento non sarebbe male, peraltro, o sarebbe quantomeno da chiederlo ai diretti interessati quando li si invita in tv, magari buttando lì una domanda fra un complimento e l’altro).

Il punto è il seguente: nessuno nega che il M5S vada preso sul serio, ma prenderlo sul serio non significa accettare per forza che sia una cosa seria, significa piuttosto avere il coraggio di ammettere e raccontare che rappresenta un problema serio. C’è una bella differenza fra essere una cosa seria e rappresentare un problema serio, di errori di confusione fra i due piani è purtroppo piena la storia, e ci auguriamo, per loro e per tutti, che non arrivi il giorno in cui le cheerleader del giacobinismo digitale e antiscientifico travestito da novità di Casaleggio & Co, lo capiscano sulla propria pelle. E quindi va bene andare ovunque e condividere o meno le idee di chicchessia, ci mancherebbe altro, l’importante è essere consapevoli della responsabilità che ci si sta assumendo.

ITALY-POLITICS-REFERENDUM-M5S

La responsabilità di ritenere credibile qualsiasi discorso sul progresso e sul futuro del pianeta e degli esseri umani fatto in un consesso, la conferenza SUM #01 di Casaleggio & Co, il cui braccio politico, i Cinque Stelle, sta senza vergogna dalla parte di chi mette in discussione il valore e il primato della scienza, aizzando fuori dal parlamento e sui social network chi si schiera senza se e senza ma contro i vaccini, ad esempio. La responsabilità di andare a celebrare il futuro e l’innovazione tecnologica in un consesso, la conferenza SUM #01 di Casaleggio & Co, il cui braccio politico, i Cinque Stelle, sta senza se e senza ma con i taxisti, senza spirito critico, con la loro lotta violenta di conservazione in difesa dei soliti, incrostati monopoli contro l’Uber di turno e contro il mondo che cambia.

E ancora: la responsabilità, ad esempio, di discettare seriamente di qualità dell’informazione in un consesso, la conferenza SUM #01 di Casaleggio & Co, il cui braccio politico, i Cinque Stelle, ha da sempre negato qualsiasi valore all’intermediazione giornalistica, discreditandola a tutto campo, con tanto di liste di proscrizione, come nelle democrazie di serie B quando non nelle dittature. E potremmo andare avanti: la responsabilità, ad esempio, di parlare di giustizia, geopolitica e società in un consesso, la conferenza SUM #01 di Casaleggio & Co, il cui braccio politico, i Cinque Stelle, riduce la democrazia a una mera questione di piattaforma tecnologica, liquidando di fatto secoli di grandi conquiste costate moltissimo all’umanità. Che si permette di sputare sulla democrazia rappresentativa – l’unica funzionante (con tutti i suoi difetti, e ci mancherebbe) – e su milioni di persone che la esercitano votando, dall’alto di candidati sindaci scelti con 56 voti online, certificati non si sa bene come e da chi.

Capire il futuro, si intitolava la conferenza. A cui, secondo noi, mancava un gigantesco “non” davanti. “Non capire il futuro” era il titolo corretto. Perché non capire che non esistono progresso e innovazione tecnologica senza una verità scientifica condivisa, una delle più grandi conquiste della storia dell’uomo, vuol dire non capire il futuro. Perché non capire che non esiste progresso senza un’alleanza di sistema fra istituzioni, produttori, classi dirigenti, lavoratori, società, settore pubblico e privato, un’alleanza che non può più passare da una furba e deresponsabilizzata posizione anti-sistema di discredito permanente dell’impianto democratico e organizzativo delle nostre comunità nazionali e internazionali, vuol dire non capire il futuro. Il tutto, peggio ancora, con la complicità di molte persone anche capaci ed esperte, le quali per calcolo, divertissement, distrazione o interessi vari, hanno deciso di rimuovere il problema, molto serio, cui siamo di fronte.

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