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L’attore e regista Jesse Eisenberg ha detto che donerà un rene a un estraneo perché gli va e perché è giusto farlo Non c'è neanche da pensarci, ha detto, spiegando che a dicembre si sottoporrà all'intervento.
A Parigi c’è una mensa per aiutare gli studenti che hanno pochi soldi e pochi amici Si chiama La Cop1ne e propone esclusivamente cucina vegetariana, un menù costa 3 euro.
Il Premier australiano è stato accusato di antisemitismo per aver indossato una maglietta dei Joy Division Una deputata conservatrice l’ha attaccato sostenendo che l’iconica t-shirt con la copertina di Unknown Pleasures sia un simbolo antisemita.
Lo scorso ottobre è stato uno dei mesi con più flop al botteghino nella storia recente del cinema In particolare negli Stati Uniti: era dal 1997 che non si registrava un simile disastro.
La neo premio Nobel per la pace Maria Corina Machado ha detto che l’intervento militare è l’unico modo per mandare via Maduro La leader dell’opposizione venezuelana sembra così approvare l'iniziativa militare presa dall'amministrazione Trump.
Dopo il caso degli accoltellamenti sul treno, in Inghilterra vorrebbero installare nelle stazioni i metal detector come negli aeroporti Ma la ministra dei Trasporti Heidi Alexander ha già fatto sapere che la cosa renderà «un inferno» la vita dei passeggeri.
La Sagrada Família è diventata la chiesa più alta del mondo Il posizionamento di una parte della torre centrale sopra la navata ha portato l’altezza della chiesa a 162,91 metri superando i 161,53 della guglia della cattedrale di Ulm, in Germania
A giudicare dai nomi coinvolti, Hollywood punta molto sul film di Call of Duty Un veterano dei film bellici e lo showrunner del momento sono i due nomi chiamati a sdoganare definitivamente i videogiochi al cinema.

L’esperienza del carcere in realtà virtuale prodotta dal Guardian

28 Aprile 2016

«Welcome to your cell», benvenuto nella tua cella, è così che il Guardian ha lanciato il suo primo esperimento di Virtual Reality, un progetto che esplora cosa significa vivere in isolamento e gli effetti che tale condizione produce sulla psiche del prigioniero: “6×9 A Virtual Experience of Solitary Confinement” è un’installazione virtuale, frutto del lavoro di nove mesi, che rappresenta per il quotidiano britannico un importante nuovo tentativo di giornalismo digitale. Nonostante i tagli previsti per i prossimi mesi, il Guardian si lancia in un’operazione importante, con app dedicata e possibilità di utilizzare i Google cardboard per rendere totalmente immersiva l’esperienza interattiva.

Il video trasporta l’utente all’interno di una cella d’isolamento di un carcere statunitense, mostrando come questo tipo di situazione danneggi psicologicamente chi la subisce; 23 ore al giorno per settimane, mesi, o anni alle volte. All’interno del progetto è possibile leggere approfondimenti sulle storie di 6 ex carcerati che hanno realmente vissuto tale tipo di esperienza.

Secondo Aron Pilhofer, direttore esecutivo della sezione digital del Guardian, la realtà virtuale «non è una moda. Sarà ancora più importante da qui a un anno. Noi editori tutti stiamo cercando di capire dove si inserisce tale tipo di esperienza all’interno delle nostre strategie video globali, ma sappiamo che sarà una parte importante di ciò che facciamo». Per Pilhofer la Vr offre buone opportunità commerciali, tanto che il progetto 6×9 ha ben 6 sponsor a sostenerlo (Google News Labs, Tribeca Film Institute, Chicken and Egg Pictures, Frontline, Solitary Watch and Incarcerated Nation), cosa che ha reso il costo dell’operazione meno proibitivo.

Il Guardian VR Solitary experience racchiude elementi di realtà che contribuiscono a rendere ancora più perturbante questo tipo di esperienza: le clip audio dei video, disponibile in modalità video 360°, sono prese dal documentario Solitary Nation di Pbs Fontline, filmato all’interno di una prigione del Maine. In aggiunta, un prigioniero ha descritto il proprio stato allucinatorio, con visioni che includevano la vista della propria madre, restituita nell’esperienza virtuale dall’immagine inquietante di una persona che appare di scatto nella cella. Un altro ha riportato la propria esperienza sensoriale del sentirsi galleggiare all’interno della propria stanza, e lo spettatore può vivere tale sensazione aleggiando sul letto della cella mentre il protagonista sta parlando.

Ancora secondo Pilhofer « il New York Times ha dimostrato che una strada del genere può essere redditizia. Basta avere un mix di progetti guida e sponsorizzati per renderli trainanti». Il Guardian ha realizzato il tutto grazie a una squadra di 3 persone, guidata dal’editor per i progetti multimediali Francesca Panetta. La Panetta ha intervistato in tutto sei membri maschi e una donna che hanno contribuito allo sviluppo restituendo le proprie testimonianze dirette. A seconda di cosa guarda, lo spettatore può attivare una storia differente, questo significa che tale tipo di esperienza può essere fruita in modi diversi a seconda dell’ordine in cui gli oggetti vengono attivati/guardati. Per quanto può suonare inquietante, siamo noi a scegliere la modalità di isolamento preferita.

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