E pure le tote bag, gli zaini e i borsoni grossi, sul red carpet e in tutti gli spazi dell'evento.
Anche quest’anno all’Eurovision sta succedendo un casino attorno alla cantante israeliana
Proteste, denunce, tentativi di boicottaggio, minacce, fischi veri e registrati: per Yuval Raphael l'Eurovision è iniziato così.

Agli esseri umani restano ormai pochissime certezze, una di queste è che all’Eurovision ci saranno polemiche attorno alla cantante o al cantante israeliano. È successo lo scorso anno, sta succedendo anche quest’anno. Yuval Raphael, sopravvissuta alla strage del Nova Festival del 7 ottobre, cantante israeliana che all’Eurovision parteciperà con la canzone “New Day Will Rise”, ha detto che si è preparata: durante le prove ha detto al suo staff di far uscire dagli altoparlanti del St. Jakobshalle dei finti fischi, tanto è sicura che ne riceverà di veri quando salirà sul palco.
Le polemiche attorno a Raphael sono cominciate il giorno stesso in cui è arrivata a Basilea. Durante il Torquoise Carpet di domenica 11 maggio, cioè la sfilata dei partecipanti lungo le vie della città e poi sul tappeto turchese, evento che apre ufficialmente l’Eurovision, un uomo si è rivolto a Raphael e alla delegazione israeliana facendo il gesto della gola tagliata: quest’uomo è stato denunciato da Kan Broadcasting – l’emittente israeliana parte dell’Unione Europea di Radiodiffusione, organizzatrice del festival – alle autorità locali e l’episodio è stato segnalato anche all’UER.
Prima di questo episodio c’era stata la lettera aperta, firmata da più di 70 partecipanti alle passate edizioni dell’Eurovision, che chiedeva l’esclusione di Raphael e di Kan Broadcasting dal Festival. A sostenere questa richiesta anche Nemo, cantante svizzero che ha vinto l’Eurovision un anno fa.