Cose che succedono | Polemiche

Beyoncé è stata accusata di abilismo per una parola del suo nuovo disco

«Non mi capita molto spesso di non sapere cosa dire, lasciata senza parole dall’ignoranza, dalla tristezza e da una rabbia ribollente nata da una stanchezza profonda. Ma è così che mi sento in questo momento», ha scritto Hannah Diviney sul Guardian. Lo sconforto espresso dalla scrittrice e attivista deriva dal fatto che una parola che ha combattuto per eliminare dall’album di Lizzo sia ricomparsa in quello di Beyoncé. Sei settimane fa Diviney ha citato Lizzo su Twitter accusandola di aver usato un insulto abilista (“spaz”, abbreviazione di “spastico”) ​​in una canzone del nuovo album. Come racconta lei stessa, quel tweet – in cui spiegava come l’insulto fosse collegato alla sua disabilità, paralisi cerebrale – è diventato virale, comparendo sulla Bbc, il New York Times e il Washington Post. La polemica ha raggiunto Lizzo stessa, che si è affrettata a cambiare il testo e ha spiegato il motivo della sua decisione in un tweet, «dando a tutti noi», scrive Diviney, «una masterclass su come essere un vero ed efficace alleato».

Considerata la fama di Lizzo, sembrava un buon segno. «Pensavo che avessimo cambiato l’industria musicale e avviato una conversazione globale sul linguaggio abilista, intenzionale o meno». Peccato che, nel suo nuovo album, Beyoncé abbia fatto esattamente la stessa cosa. Anche in Renaissance, uscito venerdì, c’è una canzone, “Heated”, scritta insieme a Drake, in cui compare due volte parola “spaz”. Non si spiega come il team di persone coinvolte nella realizzazione dell’album si sia perso il dibattito di sei settimane fa, quando Lizzo ha usato la stessa parola. «Non si spiega nemmeno», scrive Diviney, «come milioni di persone abbiano ascoltato l’album e non stiano sollevando la questione». E conclude con un messaggio non di speranza, ma di stanchezza: «Le persone disabili meritano di meglio. Non voglio avere di nuovo questa conversazione».