06:38 sabato 21 giugno 2025
Sia Israele che l’Iran hanno già messo al sicuro il loro patrimonio artistico Il problema è quella parte del patrimonio dei due Paesi che non può essere spostata. Solo in Iran ci sono 28 siti Unesco impossibili da proteggere.
Le notifiche del telefono fanno male e adesso c’è anche una ricerca che lo dimostra Si chiama alert fatigue e tante persone hanno già deciso come affrontarla: disattivando tutte le notifiche, sempre.
Il sindaco di Budapest ha detto che il Pride in città si farà nonostante il divieto di Orbán «Il Municipio di Budapest organizzerà il Budapest Pride il 28 giugno come evento cittadino. Punto», le sue parole.
Francis Kaufmann/Rexal Ford ha ricevuto quasi un milione di euro dal Ministero della Cultura per girare un film che non ha mai girato Lo ha rivelato un'inchiesta di Open: l'uomo è riuscito ad accedere ai fondi del tax credit, senza mai girare nemmeno una scena.
Skims sta inviando soldi via PayPal a centinaia di clienti senza dare alcuna spiegazione Tutto è cominciato con un tiktok, a cui ne sono seguiti decine e decine. Adesso, gli investigatori di internet stanno cercando di svelare il mistero.
La storia della chiusura del Museo del Fumetto di Milano non è andata proprio come si era inizialmente raccontato Un articolo di Artribune ha svelato che nella chiusura c'entrano soprattutto mancati pagamenti e gestione inefficace, non la cattiveria del Comune.
David Fincher vuole salvare Mindhunter trasformandola in una trilogia di film Lo ha rivelato l'attore Holt McCallany, uno dei due protagonisti della serie. A suo dire, ci sarebbero degli sceneggiatori già al lavoro.
Una delle analisi più sensate della guerra tra Israele e Iran l’ha fatta Jafar Panahi su Instagram Il regista ha postato un lungo messaggio, in cui condanna sia il governo israeliano che il regime iraniano.

A Berlino le discoteche stanno chiedendo al parlamento di essere riconosciute come istituzioni culturali

19 Febbraio 2020

La gentrification sta causando un problema non di poco conto alle discoteche di Berlino. Lo ha raccontato Brit Dawson su Dazed, in un articolo in cui si mette in luce la difficoltà dei locali notturni nel fronteggiare le condizioni sempre più complicate alle quali sono sottoposti per sopravvivere sul mercato. Gli affitti sempre più alti e sempre più difficili da ottenere sul lungo termine, e allo stesso tempo le lamentele dei residenti per i rumori eccessivi.

Negli ultimi dieci anni, scrive Dawson, sono state oltre cento le discoteche di Berlino costrette a dichiarare fallimento per queste ragioni; l’ultima delle quali, la Neukolln’s Griessmuehle, ha chiuso i battenti lo scorso mese. Per fronteggiare il problema i locali si sono uniti e hanno creato una Commissione speciale per dialogare con il Parlamento e cercare di ottenere il riconoscimento di “istituzioni culturali”, com’era già successo al Berghain. Dal momento che lo status di “luoghi di intrattenimento è evidentemente meno protetto rispetto a quello di teatri o delle sale da concerto.

Per giustificare la loro richiesta, i membri della Commissione hanno fatto leva sull’apporto sostanzioso con cui l’industria delle discoteche contribuisce alla ricchezza di Berlino: nel 2018, secondo un recente studio, considerando complessivamente tutti i turisti che sono andati nei club sono stati spesi 1,5 miliardi di euro. La proposta avanzata in Parlamento consisteva nel porre delle specifiche condizioni ai proprietari delle case nei dintorni di un locale, come ad esempio l’installazione di barriere acustiche, di modo da evitare le lamentele. Lo ha spiegato il Presidente della Commissione Lutz Leichsenring con queste parole: «Stiamo chiedendo che la situazione cambi: nel Regno Unito se costruisci un edificio vicino ad un luogo dove si fa musica devi essere tu a preoccuparti della sua impermeabilizzazione al rumore».

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