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Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione delle città Negli ultimi dieci anni più di 100 strade sono state chiuse al traffico e l'inquinamento è calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Anche Bella Hadid è scesa in piazza per supportare la Palestina

17 Maggio 2021

Durante il weekend, la modella Bella Hadid ha partecipato a una delle tante manifestazioni in supporto alla popolazione palestinese che in questi giorni si sono tenute in molte città nel mondo, quelle italiane comprese, con l’aggravarsi degli scontri nella striscia di Gaza. Hadid, che ha origini palestinesi da parte del padre Mohamed, ha infatti preso parte al corteo che sabato ha sfilato per le strade di Bay Ridge, a Brooklyn, indossando una kefiah e sventolando una bandiera palestinese. Non è la prima volta che la modella fa sentire la sua voce sulla questione e nella didascalia che accompagnava le foto della manifestazione ha scritto: «Non so descrivere come mi sento a trovarmi in mezzo a così tanti palestinesi belli, intelligenti, rispettosi, amorevoli, gentili e generosi, mi sento completa! Siamo un popolo raro».

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Poco prima, Hadid aveva pubblicato anche una foto della sua famiglia, che ritrae i suoi nonni paterni nel giorno del loro matrimonio, celebrato nel 1947 in Palestina: «La principessa Khairiah Daher Hadid (in onore della quale mi è stato dato il mio secondo nome, Khair), nipote del Principe di Nazareth e Sovrano di Galilea, ha sposato il professore Anwar Hadid (…) Insieme hanno avuto 8 bellissimi bambini: i miei zii, incluso il mio papà Mohamed (…) Con 8 bambini sotto i 15 anni [i miei nonni, ndr] furono cacciati dalle loro case in Palestina nel 1948, diventando rifugiati in Siria, poi in Libano, poi in Tunisia. Amo la mia famiglia, amo la mia eredità, amo la Palestina (…) Non potranno mai cancellare la nostra storia. La storia è storia!», ha scritto.

I suoi post dedicati alla Palestina sono ben presto diventati virali, al punto da attirare l’attenzione dell’account ufficiale Twitter del governo israeliano, che non ha preso benissimo lo schieramento di Hadid. «Quando le celebrity come Bella Hadid alludono al gettare gli ebrei in mare, stanno sostenendo l’eliminazione dello Stato ebraico. Questa non dovrebbe essere una questione israelo-palestinese. Questa dovrebbe essere una questione di diritti umani. Vergogna», si legge nel post su Twitter. Il riferimento è a un coro che i manifestanti hanno intonato e che recita «Dai fiumi al mare, Palestina libera»: in molti hanno difeso la modella, sostenendo che il coro non implicasse nessun riferimento allo sterminio degli ebrei. Ma per Israele quella frase viene usata da chi allude all’eliminazione degli ebrei.

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Debutterà a giugno, a Parigi, durante la settimana di moda maschile.

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Dopo i dazi di Trump, si sono moltiplicati sulla piattaforma i video di commercianti cinesi che invitano gli americani a scoprire cosa e come si produce in Cina. Un fenomeno interessante, che ha anche a che fare con il made in Italy.

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