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Esiste un Banksy di destra

La street art più popolare di quest’epoca è solitamente associata a cause progressiste, o comunque più e meno assimilabili all’area politica della sinistra: Banksy, il più celebre artista di strada, crea opere che prendono di mira il capitalismo e le disuguaglianze, mentre Shepard Fairey è diventato famoso per i poster «Hope» entrati nell’iconografia obamiana. Eppure, esiste anche la street art “di destra”, e anch’essa – spiega un pezzo pubblicato dal Guardian – gode di una certa fortuna.

sabo

Sabo è un ex marine, e crea le sue produzioni direttamente in uno studio a casa sua. Il Guardian l’ha incontrato, e non ha potuto fare a meno di notare molte delle sue opere: un copriwater col volto di Barack Obama, poster che recitano «Fuck Tibet» o «Fuck Peace», un Bernie Sanders in scala 1:1 con il corpo coperto di tatuaggi di derivazione sovietica. Sabo – il cui nome deriva dal sabot, una munizione usata sui carri armati – è texano e ha studiato arte a Los Angeles, dove vive, dedicandosi all’arte di strada a partire dagli anni Novanta. La sua produzione non ha ricevuto grande successo fin quando non ha intercettato le ultime primarie repubblicane, creando un poster di Ted Cruz nei panni di un detenuto muscoloso, un’immagine ripresa dalla campagna di Cruz e poi resa virale; in seguito, ha prodotto un manifesto con un teschio sorridente e dotato di una chioma bionda trumpiana, affiancato dalla scritta «The deplorables», in riferimento al modo in cui Hillary Clinton aveva apostrofato i supporter del miliardario newyorkese.

In una città, Los Angeles, in cui l’opposizione a Trump è molto forte, Sabo è diventato in breve tempo «la resistenza alla resistenza», dice il Guardian, e ha ottenuto una certa fama: oggi appare piuttosto regolarmente su Breitbart, Fox News, The Blaze e altri media di destra, e le sue comparsate ai summit repubblicani richiamano successi di pubblico. Uno dei poster che l’hanno reso riconoscibile mostra Trump che fa il dito medio, con scritto «Republicans are the new punk». Curiosamente, però, Sabo non è un trumpiano della prima ora: durante le primarie definiva The Donald un clown che avrebbe consegnato la Casa Bianca ai Democratici, ribattezzandolo anche “Il douche” – un gioco di parole su “il Duce” – e raffigurandolo con i capelli modellati sul riconoscibile elmetto dell’iconografia di Mussolini.