Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Perché finire quello che abbiamo nel piatto è importante per il clima
«Finisci tutto mi raccomando, pensa ai bambini in Africa che non hanno da mangiare», e via con i sensi di colpa. Che sia per vezzo, per un’immotivata strenua adesione al galateo che ci ha vietato la scarpetta, per scarso senso della misura – riempio a volontà per sicurezza e poi mangio fin quando ne ho voglia – o perché semplicemente non abbiamo più fame, secondo la Bbc avanzare quello che si ha nel piatto potrebbe causare ulteriori danni al clima e all’ambiente.
«Far crescere, maturare, confezionare e trasportare il cibo che mangiamo contribuisce al cambiamento climatico. Poi quando lo buttiamo via, mentre marcisce, rilascia ancora più gas serra nell’atmosfera», scrive Kelly Oakes. E ne sprecheremmo in grande quantità, tanto che secondo le stime dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), se lo spreco alimentare fosse un Paese, sarebbe il terzo emettitore di gas serra più elevato dopo gli Stati Uniti e la Cina. Se come pianeta, invece, smettessimo di sprecare del tutto il cibo, elimineremmo l’8% delle nostre emissioni totali. Naturalmente, avverte la Bbc, le singole famiglie non sono responsabili di tutti questi rifiuti. Uno studio del 2018 aveva infatti rivelato che circa un terzo della nostra frutta e verdura viene rifiutato per la dimensione o la forma sbagliata prima ancora che raggiunga lo scaffale del supermercato.
Tornando alla responsabilità delle famiglie invece, quantificare esattamente quanto cibo sprechino non è facile. Ci ha provato Kate Parizeau, docente associata all’Università di Guelph, che ha condotto uno studio in Canada prendendo in esame la spazzatura generata da 94 famiglie che vivono a Guelph, in Ontario. Una volta classificato il cibo trovato (considerando solo quello commestibile, e quindi eliminando dall’analisi gusci di uova, bucce e simili), la ricercatrice e i colleghi hanno scoperto che ogni famiglia gettava circa 3 kg di rifiuti alimentari «evitabili» ogni settimana, equivalenti a 23,3 kg di emissioni di carbonio.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.