Il suo nuovo film parla di corpi scolpiti, desideri e frustrazioni (non solo sessuali). Ma è soprattutto la prova dello status raggiunto dal regista, anche a Hollywood: quello di un autore che ormai può fare tutto.
Stufa dei cinecomic, Hollywood sembra aver già scelto la sua prossima ossessione: la vita, la morte e i miracoli dei musicisti.
Da "Running Up That Hill" a "Murder on the Dancefloor", sono tanti ormai i pezzi riscoperti grazie al cosiddetto effetto jukebox, risultato dell'incrocio tra la nostalgia pop e rielaborazione social.
Del nuovo film di Andrew Haigh si sta parlando soprattutto per la chimica tra i due protagonisti. Ma è un'opera che racconta molto più di una "semplice" storia d'amore e fantasmi.
Prima la reunion con Ben Affleck, poi la ripresa della sua filmografia romcom, adesso il nuovo disco a dieci anni dal precedente: J.Lo sta facendo di tutto per ricordarci che è ancora una popstar.
L'opera prima di Celine Song, candidata già a due premi Oscar, rappresenta perfettamente la svolta internazionale del cinema hollywoodiano. Ma anche il ritorno ai classici del melodramma americano.
Travolti dalla sconfinata offerta delle piattaforme streaming e stanchi dei blockbuster ultramiliardari, gli spettatori apprezzano sempre di più una nuova offerta cinematografica: quella dei vecchi film che tornano in sala per pochi giorni.
Il 2023 non è stato solo l'anno di Barbie e Oppenheimer: C'è ancora domani e La chimera, poi Il ragazzo e l'airone e Perfect Days dimostrano che esiste un pubblico (grande) che cerca altro oltre il blockbuster.
Non solo Colin Farrell e Cillian Murphy, ora è il momento di Barry Keoghan, Paul Mescal, Andrew Scott, Saoirse Ronan, degli Oscar e delle serie tv di successo: l'Irlanda è diventata uno dei centri dell'intrattenimento mondiali.
L'opera seconda di Emerald Fennell, disponibile su Prime Video dal 22 dicembre, è pura estetica della provocazione, intrattenimento camp mascherato da lotta di classe.
Dal progenitore Grande Fratello a quello che Netflix ha tratto da Squid Game, storia del reality, format e genere narrativo che ha cambiato la televisione e che è riuscito a sopravvivere anche a se stesso.
Pier Silvio vorrebbe affrancarla dall'eredità trash lasciata dal padre, ma la storia dei fuorionda di Giambruno diffusi da Striscia costringe a chiedersi: può davvero esistere un'altra Mediaset?
Da pochi giorni la popstar di 65 anni ha inaugurato il suo nuovo tour che la vedrà impegnata in 78 date (anche Milano): un’occasione per celebrare quarant'anni di carriera, gran parte dei quali passati a sentirsi dire: "ma come, alla sua età!".
La nuova stagione del reality vorrebbe riflettere la linea "niente eccessi" della Mediaset di Pier Silvio Berlusconi. Ma la storia e la natura stessa del programma contraddicono questa intenzione.
Le dicevano che non era abbastanza bella per fare l'attrice: ha recitato in teatro, per la tv e per il cinema, e ora il suo talento è stato riconosciuto anche a Hollywood, con la nomination all'Emmy ottenuta per l'interpretazione di Valentina in White Lotus.
La storia tra Barbara D'Urso e Mediaset è finita male: dopo anni in cui è stata il volto dell'infotainment, della tv trash, dell'epoca d'oro delle reti berlusconiane, la conduttrice ha scoperto di essere obsoleta. E con lei, forse, tutta la tv generalista.